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Piero della Francesca - Madonna di Senigallia


La Madonna di Senigallia, uno dei capolavori di Piero della Francesca, un olio su carta riportata su tavola di noce (61x53,5 cm.) fu realizzata tra il 1470 e il 1485 circa, probabilmente su commissione di Federico da Montefeltro in occasione del matrimonio di sua figlia Giovanna con Giovanni della Rovere, allora signore di Senigallia. L’opera, conservata per molti secoli nella Chiesa di S. Maria delle Grazie di Senigallia, si trova dal 1917 presso la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino.
La scena mostra una Madonna stante col Bambino tra due angeli, all'interno di un'abitazione. Il taglio del dipinto è insolito e mostra i protagonisti come mezze figure, tagliate dal margine inferiore del dipinto. Il Bambino, in atto di benedire, tiene in mano una rosa bianca, simbolo della purezza della Vergine, mentre al collo ha una collana di perle rosse con un corallo, un simbolo arcaico di protezione degli infanti, che nel caso delle scene sacre acquistava anche un valore di premonizione della Passione per via del colore rosso-sangue. Sullo sfondo si vede a destra un armadio a muro con mensole inquadrato da una cornice scolpita con una candelabra, come ne esistevano nel Palazzo Ducale di Urbino (sebbene non ne ritragga nessuna in particolare), mentre a sinistra si apre, alla maniera fiamminga, un altro ambiente da dove proviene un doppio raggio di sole tramite una finestra aperta, rifrangendosi sulla parete ombrosa non prima di aver illuminato il pulviscolo atmosferico lungo la traiettoria. La luce disegna poi riflessi sui rilievi della decorazione della nicchia, sulle piccole nature morte del cestello con il panno di lino e della scatola cilindrica d'avorio nell'armadio, e poi nei capelli, nelle vesti e nei gioielli dei quattro protagonisti. La luce, che attraversa il vetro a rondelle senza romperlo, è anche una metafora del mistero dell'Incarnazione, che attraversa il corpo di Maria, nella concezione e nel parto, senza violarlo.La mancanza di punti di appoggio tra le figure e lo spazio impedisce di determinare la distanza reciproca, facendo apparire i protagonisti vicinissimi allo spettatore.
Per ulteriori informazioni:
www.artimarche.beniculturali.it/index.php/galleria-nazionale-delle-marche
http://www.montefeltroveduterinascimentali.eu/

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