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Esanatoglia

Secondo la leggenda, Esus, il Dio celtico della guerra, sarebbe all’origine del nome del fiume Esino, sulle cui rive si suppone che sorgesse una comunità in epoca romana, chiamata “Aesa”. Ma l’attuale nome Esanatoglia nasce nel 1862 da uno storico che ha combinato Aesa e Anatolia, sostituendo così il medievale Santa Anatolia derivato a sua volta dalla patrona Anatolia, martire nel III secolo d.C..

Racchiuso ancora oggi dalle mura castellane lambite dal fiume Esino, il borgo si dispone come una sorta di passerella che introduce all’asse viario principale, Corso Vittorio Emanuele, il quale, fino alla sommità della Pieve, è innestato di vie secondarie che portano ai rioni, ognuno con la propria piccola piazza. Vista dall’alto, Esanatoglia sembra vegliata dai sette campanili che ne percorrono il Corso, da Porta Sant’Andrea a Porta Panicale, attraversata la quale ci si può dirigere verso l’incontaminata vallata di San Pietro. Per la sua forma allungata Esanatoglia era chiamata in passato città filetta.

Tra gli edifici sacri, si consiglia una visita alla Chiesa Santa Maria Maddalena con preziose opere d'arte, l'antica pieve di santa Anatolia, l'abbazia di Sant’Angelo “infra Ostia” che fu elevata a collegiata della Chiesa di San Martino. Esanatoglia ha dato i natali al pittore Diotallevi di Angeluccio, il quale è stato a lungo definito con il toponimo della città: Maestro di Esanatoglia. Fu attivo nella seconda metà del 1300 e fu allievo di Francescuccio Ghissi da Fabriano.

Le sue opere sono custodite presso la Pinacoteca Civica San Francesco nella corte dei Varano ed anche nelle vicine località di Gagliole, Matelica e San Severino Marche.  Le vallate regalano funghi e tartufi, dalle vigne si ottiene il Verdicchio di Matelica.

Agricoltura biologica, attenzione alla biodiversità e alle produzioni agricole di qualità hanno fatto sì che Esanatoglia ottenesse il premio Spiga Verde, grazie all'attenzione dedicata all'ambiente e al territorio. Il territorio si presta ad itinerari in bicicletta, in mountain bike e a piedi, come quello che, risalendo il corso principale del fiume Esino, nei pressi delle sorgenti, conduce all'Eremo di San Pietro. Il vicino monte Gemmo è meta apprezzata dagli amanti del deltaplano e del parapendio.

Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.

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