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Braccano

Braccano, bagnata dall’omonimo torrente che scende dall’Abbazia di Roti, ha forse origini medievali ed è molto caratteristica per la sua connotazione urbanistica, alquanto integra. Dal 2001 è divenuto “Paese dei Murales”. Al centro del paese si trova la Chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie, costruita nel 1684 e nelle forme attuali, intorno a metà del XVIII sec. in stile barocchetto marchigiano. Restaurata nel secondo dopoguerra, all’interno, nel monumento sulla destra, è stato sepolto il parroco Don Enrico Pocognoni, vittima di un eccidio nazista nel 1944 che qui ebbe luogo. Nell’edificio si trovano, un’elegante fonte battesimale, pregevoli opere lignee ed una Madonna con bambino della fine del XIII sec.

Poco distante dal paese si trovano anche i resti del vecchio Eremo di San Giacomo e di San Claudio di Acquaviva, sulla strada per località Vespa.

Braccano però, non è solo Murales, ma anche punto di partenza per sentieri meravigliosi in mezzo a boschi e panorami suggestivi. Uno degli itinerari più interessanti è quello sulla strada per l’Abbazia di Roti. Poco dopo la “baita” è possibile parcheggiare l’auto e proseguire a piedi: a sinistra per la Gola di Jana, a destra per l’Abbazia di Roti.

I ruderi dell’Abbazia, un tempo denominata Santa Maria de Rotis, si trovano in una conca naturale posta lungo l’antica strada che conduceva a Cingoli. La costruzione risalirebbe ai secoli IX e X d.C. ma, secondo alcune ipotesi, sul luogo si sarebbe già trovato un tempio pagano di origine pre-romana dal cui culto solare deriverebbe il nome dell’abbazia. Della sua particolare bellezza si accorsero i primi monaci eremiti che si stabilirono nelle vicinanze; in seguito furono i Benedettini a fondare l’importante Abbazia di Santa Maria de Rotis sui resti del tempio. Sembra che la struttura sia stata anche dimora e rifugio per il famoso e misterioso Ordine dei Templari, diverse “croci di Malta” sono presenti sopra le porte rimaste ancora in piedi. Dell’edificio sono rimasti ben visibili la chiesa, totalmente affrescata all’interno, il chiostro e la zona abitativa del monastero. L’area è di notevole interesse naturalistico, legato a specie vegetali e faunistiche appenniniche rare o più settentrionali.

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