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Ex Monastero di Santa Chiara

Il Monastero di Santa Chiara è l'antico monastero delle monache clarisse di Urbino. Si tratta di uno dei principali monumenti cittadini ed uno dei massimi esempi di architettura rinascimentale. Attualmente è sede dell'Istituto superiore per le industrie artistiche di Urbino.  Fu costruito nel 1420 per ospitare il Conservatorio delle donne vedove; nel 1456 ricevette la regola dell'osservanza di Santa Chiara da Papa Callisto III per intercessione del duca Federico III da Montefeltro. Nel 1457 vi si ritirò in clausura la prima moglie del duca Federico III, Gentile Brancaleoni, e nel 1472 vi fu sepolta la seconda moglie del duca, Battista Sforza. Nel 1482 anche Elisabetta da Montefeltro, una delle figlie del duca Federico III, si ritirò in questo monastero, dopo la morte del marito Roberto Malatesta; dopo alcuni anni divenne suora e con la sua dote avviò la ristrutturazione del monastero, su progetto dell'architetto senese Francesco di Giorgio Martini, rimasto incompiuto per le sfavorevoli contingenze storiche. Successivamente i Della Rovere intervennero sulla chiesa conventuale tra XVI e XVII secolo; dal 1538 divenne il Mausoleo ducale con la sepoltura del duca Francesco Maria I Della Rovere, della moglie Eleonora Gonzaga, del figlio, il cardinale Giulio Della Rovere, della nuora Giulia Varano e della nipote Eleonora o Lavinia Della Rovere. Nel 1864 la struttura fu confiscata dal Comune, che la destinò a Istituto di educazione femminile, destinazione che mantenne fino al 1904 quando vi fu istituito l'ospedale civile. Negli anni settanta l'ospedale venne trasferito in un nuovo fabbricato, nella periferia della città, e così l'ex-monastero divenne sede dell'Istituto superiore per le industrie artistiche (ISIA).

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