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Abbazia di S. Michele Arcangelo a Lamoli

Le prime indicazioni relative all’abbazia di San Michele Arcangelo risalgono al 1218, epoca in cui era prospera e ben difesa a nord da una fortezza detta Castellaccio e da un altro nucleo difensivo nel Castrum Bovie (o Badie), sullo scosceso colle che sovrasta Borgo Pace.

Per la sua vicinanza alla Bocca Trabaria, che collega l’alta valle del Tevere con quella del Metauro e l’Adriatico, l’importante abbazia poté godere di ampia autonomia nel XIII secolo, tanto che assoggettò temporaneamente anche l’abbazia di Scalocchio, situata nella diocesi di Città di Castello.

Tuttavia, nel 1442, l'abbazia era già stata abbandonata dai monaci per cui venne concessa in commenda, che perdurò fino al 1859.

Oggi si può ammirare solo la grande chiesa romanica fondata probabilmente prima del Mille. Dell’antico edificio si conserva solo l’abside romanica.
La chiesa presenta la facciata a capanna tripartita con portale e un piccolo rosone centrale; il campanile è a vela della stessa ampiezza della navata e l’interno è suddiviso in tre navate, con quella centrale molto più alta delle laterali ed anche più ampia, scandita da arcate impostate su pilastri. All'interno è custodito un pregevolissimo crocifisso in legno, attribuito alla scuola del Brunelleschi (1500), oltre a numerose altre opere degne di nota: alcuni frammenti scultorei conservati nella cripta, che fanno ipotizzare una origine nel VI secolo d.C.; affreschi di scuola umbra risalenti alla fine del XV secolo che raffigurano una Madonna in trono che allatta il Bambino, un San Rocco e un San Giuliano.

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