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I grandi Santuari

I luoghi simbolo della tradizione Cristiana
Le Marche, terra di spiritualità, hanno visto nel tempo sorgere numerosi Santuari tuttora meta di costanti pellegrinaggi. Tra i più noti e visitati, oltre la Santa Casa di Loreto e quello di San Nicola di Tolentino, spicca il Santuario di Macereto, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, a Visso.

La tradizione vuole che il 12 agosto 1359, nel trasportare una statua lignea della Madonna con Bambino da Loreto al Regno di Napoli, i muli facenti parte della carovana si fermarono in ginocchio sul sito attualmente occupato dal santuario e da lì non vollero più ripartire.

Nella provincia di Ancona, ad Ostra, si trova il Santuario della Madonna della Rosa. A causa dei prodigi operati dalla Madonna della Rosa e del conseguente afflusso di pellegrini, l’originaria e modesta edicola, edificata nel 1666, venne trasformata in una chiesetta per poi divenire, a metà del Settecento, un maestoso tempio.

A Jesi sorge invece il Santuario della Madonna delle Grazie, sviluppatosi da una primitiva edicola, dove era affrescata l'immagine della Vergine, poi trasformata in chiesa nel 1456, per ringraziare la Madonna di aver liberato la città dalla peste.

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Livello di difficoltà: media
Target: Wedding

Le tappe dell'itinerario

  • Santuario della Madonna delle Grotte
    0721 957257
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario della Madonna delle Grotte

    Eretto nel 1682 dalla Confraternita della Misericordia, il Santuario Madonna delle Grotte presenta l’esterno in stile rinascimentale (da notare due architravi, provenienti dall'antica rocca roveresca di Mondolfo, incisi), metre l'interno è tipicamente barocco. A navata unica, contiene l'immagine della Madonna delle Grotte, meta di migliaia di pellegrini ogni anno.
    La devozione alla Madonna delle Grotte sorse nel 1679 all’interno della confraternita della Misericordia per poi diffondersi progressivamente a tutta la cittadinanza mondolfese. In quell’anno una miracolosa statuetta in terracotta raffigurante la Vergine con Bambino fu rinvenuta da un affiliato alla confraternita nel fondo rustico detto delle Grotte. La Madonna cominciò subito ad elargire molte grazie; perciò nel 1682 fu innalzata con le offerte dei fedeli, la chiesa tuttora esistente. Il sito era caratterizzato dall’esistenza di grotte scavate nell’arenaria, detta impropriamente tufo.
    Vi si accedeva percorrendo una strada in discesa scavata appunto nell’arenaria, lungo le cui pareti si aprivano molti cunicoli. Davanti al santuario si ergeva una collinetta su cui rimase in funzione fino al 1871 un cimitero.Oggi, all’ ingresso della chiesa, si notano frammenti di architravi recanti inciso il nome di Giovanni della Rovere, provenienti probabilmente dalla distrutta rocca.

  • Santuario Madonna della Rosa
    071.68027
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario Madonna della Rosa

    Il Santuario si trova non lontano dal centro di Ostra. Fu edificato nel 1754 sul sito di un'edicola in cui si venerava una immagine della Vergine denominata dai fedeli, per il fiore che tiene in mano, Madonna della Rosa.

    Si racconta infatti che nel maggio del 1666 una fanciulla devota pose un giglio davanti a tale immagine. Esso sorprendentemente rimase fresco e profumato per mesi. Fu così che folle di fedeli cominciarono a recarsi in pellegrinaggio davanti all'edicola miracolosa. In seguito, per il grande afflusso dei pellegrini, l’edicola divenne gradualmente ampliata fino a diventare l’attuale sontuosa chiesa in stile neoclassico con sfumature barocche.

    La facciata dalle limpide forme e il campanile dall’aspetto robusto e assieme elegante furono edificati alla fine dei XIX sec. All’interno sono conservate numerose tavolette votive e bandiere turche del 1717.

    La fama dei prodigi operati dalla Madonna della Rosa giunse fino al Soglio Pontificio che concesse alla miracolosa Immagine l'onore della solenne Incoronazione ed alla Cappella il titolo di santuario.

  • Santuario della Madonna delle Grazie
    0731.53225 (santuario)- Turism
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario della Madonna delle Grazie

    Nel 1456 un'edicola dove era affrescata l'immagine della Vergine fu trasformata in cappella per ringraziare la Madonna di aver liberato la città dalla peste e fu venerata come Santa Maria della Misericordia, del Soccorso, delle Grazie.

    Per officiare la Cappella vennero chiamati i Frati Carmelitani che le costruirono attorno una chiesa dedicata alla Madonna del Carmine, che fu completata nel 1509.

    Verso il 1619 venne eretto l'attuale campanile dalla caratteristica cuspide ottagonale, mentre dal 1751 al 1756 la chiesa venne completamente ristrutturata in stile barocco su disegno dello jesino Nicola Maiolatesi. La cappella originaria inglobata nella nuova chiesa custodisce ancora l'affresco quattrocentesco di Andrea di Bartolo che rappresenta la Madonna della Misericordia. Inoltre, a fianco dell'affresco della Vergine, si trovano due quadri del pittore veneto Angelo Zona (1843) e dell’artista jesino Luigi Mancini nel 1850 che stanno a ricordare gli interventi miracolosi della Madonna.

    Sui cinque altari laterali sormontati da colonne e pregevoli decorazioni a stucco, vennero collocate altrettante tele raffiguranti i misteri della vita di Cristo, dipinte dal fabrianese Luigi Lanci, tranne la Natività, realizzata nel 1759 dall'artista anconetano Nicola Bertucci.

    Anche la Cappellina venne riadattata al nuovo gusto artistico dell'epoca e secondo il progetto di Mattia Capponi, mentre le decorazioni della volta furono eseguite da Luigi Lanci.

    I Carmelitani, che vennero allontanati nel periodo napoleonico e subito dopo l'Unità d'Italia, sono di nuovo custodi del Santuario delle Grazie, ospitati nell'attiguo convento completato nel 1624 con la costruzione del chiostro, caratterizzato dalle lunette affrescate con storie della vita di Santa Teresa d'Avila.

  • Basilica di S. Giuseppe da Copertino
    071.714523
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Basilica di S. Giuseppe da Copertino

    San Giuseppe da Copertino, noto come il Santo dei Voli, è una delle personalità più interessanti della mistica cristiana.

    Oltre ad essere il santo protettore degli studenti, è patrono dell’aviazione cattolica anglosassone e dei paracadutisti cattolici della NATO. Ad Osimo, dove egli morì nel 1663, vi è la Basilica a lui dedicata, in antecedenza Chiesa di San Francesco. In occasione della sua beatificazione (1753), i Frati Minori Conventuali decisero di rimodernarla e arricchirla secondo il gusto del tempo commissionando il lavoro all'architetto Andrea Vici. La salma del Santo fu sistemata sotto l'altare nel 1771. Tra le opere ivi conservate da notare la tavola della Madonna in trono con Santi di Antonio Solario; la tela della Crocifissione di Francesco Solimena. La Cripta, in cui riposa il corpo del santo, è stata costruita nel 1963, in occasione del terzo centenario della sua morte. Le stanze del santo, conservate nello stato originale, comprendono le tre camerette che ospitarono S. Giuseppe da Copertino dal 1657 al 1663 e l'oratorio dove celebrava la santa Messa.
    Visita Osimo

  • La Basilica della Santa Casa
    +39.071.9747155
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: La Basilica della Santa Casa

    La città di Loreto si è sviluppata intorno alla celebre Basilica che ospita la Santa Casa di Nazareth dove, secondo la tradizione, la Vergine Maria nacque, visse e ricevette l’annuncio della nascita miracolosa di Gesù. Gli studi mettono in luce che la provenienza della Casa è la Palestina, sia per lo stile architettonico che per l’uso di materiali costruttivi, sconosciuti al territorio delle Marche ed invece molto usati all’epoca in Terrasanta. La tradizione vuole che la Santa Casa, dopo essere transitata per la Dalmazia, rimanendo per circa tre anni a Tersatto (ora un quartiere della città di Fiume in Croazia), giunse a Loreto la notte del 9-10 dicembre del 1294. 

    Nel 1469, per iniziativa del vescovo di Recanati Nicolò delle Aste e in seguito con Papa Paolo II, iniziarono i primi lavori di costruzione dell’odierna basilica. A fianco della candida facciata in pietra d’Istria, completata nel 1587, si innalza l’elegante campanile (1750-55), opera di Luigi Vanvitelli. Sotto la cupola è posizionato il sacello della Santa Casa, rivestito di marmo con statue e rilievi, capolavoro della scultura del Cinquecento. L’interno assai suggestivo è meta di pellegrini che giungono da tutto il mondo per pregare, davanti alla statua della Madonna Nera. La Cappella dell’Annunciazione fu decorata con affreschi di Federico Zuccari, le sacrestie di San Marco e San Giovanni da Melozzo da Forlì e Luca Signorelli, il soffitto ed il padiglione della Sala del Tesoro dal Pomarancio. Il Museo Pontificio della Santa Casa di Loreto, ospitato nel Palazzo Apostolico, conserva dipinti, sculture, arazzi e maioliche prove-nienti dal Santuario e donati alla Santa Casa nel corso dei secoli. Nella raccolta dei dipinti spiccano le opere della tarda maturità di Lorenzo Lotto, che morì a Loreto nel 1556 ca. Il Tesoro della Santa Casa comprende preziose opere di alta oreficeria. 

    All’esterno del Santuario la piazza che troverete termina a nord e a ovest dal Palazzo Apostolico, ad est con la parte anteriore della basilica, e a sud dal Palazzo Illirico; sul lato sinistro troverete il Campanile disegnato da Luigi Vanvitelli, al centro invece la Fontana di Carlo Maderno e Giovanni Fontana.

    “La Santa Casa di Loreto è il primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e vero cuore mariano della cristianità”. (Giovanni Paolo II)

     

  • Santuario dell'Addolorata
    0734.992389
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario dell'Addolorata

    Detto anche Santuario S. Maria della Corva, il nome sembrerebbe derivato dalla parola curva che si riferisce alla forma del crinale sul quale è situata la chiesa; ma in alcuni documenti antichi essa è ricordata come chiesa rurale della Corba, dedicata in origine a S. Giovanni Battista. L’edificio originale risale al XVI secolo (precisamente al 1548), ma venne successivamente rimaneggiato ed ampliato ad opera dell’Arcivescovo di Fermo Alessandro Borgia nel 1745. La facciata, rifatta nel 1904, è segnata da lesene e conclusa da un timpano. Nella chiesa, che all’inizio era una semplice cappella di campagna, si venera la statua di Maria SS. Addolorata, a cui è legato un evento prodigioso verificatosi il 25 luglio del 1829, quando il Simulacro della Madonna Addolorata aprì le sue braccia, in modo inspiegabile, davanti a numerosi testimoni. Si gridò al miracolo e il fatto attirò moltissimi fedeli. Da allora il santuario è meta di pellegrinaggi dai paesi vicini, così nel 1958 Mons. Norberto Perini elevò la Chiesa di S. Maria della Corva a Santuario Mariano. Sebbene la piccola chiesa della Corva mantenga ancora oggi il suo carattere semplice e rurale, il Santuario ha subito nel tempo un notevole ampliamento. Lo sviluppo del Santuario si deve soprattutto all’intraprendenza e all’azione pastorale del parroco d. Pino, amatissimo ed ancora oggi ricordato con affetto da tutti i parrocchiani. Nel 1977 fu realizzato un locale laterale per ampliare la capienza del santuario. Nella chiesa poi è stato aggiunto un prezioso mosaico che incastona in modo elegante la nicchia dove oggi si venera il Simulacro della Madonna Addolorata.

  • Santuario Santa Maria delle Grazie e San Giacomo della Marca
    0735.62100
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario Santa Maria delle Grazie e San Giacomo della Marca

    San Giacomo della Marca, al secolo Domenico Gangale, nacque a Monteprandone, provincia di Ascoli Piceno, il 1 settembre 1393. In gioventù intraprese gli studi ad Ascoli Piceno e successivamente a Perugia, dove si laureò in diritto civile ed ecclesiastico. Esercitò dapprima il ruolo di notaio a Firenze e in seguito di giudice a Bibbiena, ma l’ambiente delle corti di giustizia, lontano dalle sue aspirazioni spirituali, lo indussero ad abbandonare il mondo giudiziario ed entrare nel convento di S. Maria degli Angeli di Assisi.

    Il 13 giugno 1420 fu ordinato sacerdote e subito si distinse per l’efficacia delle sue prediche che attiravano numerosi fedeli in ogni luogo egli si recasse. La predicazione di San Giacomo, che trattava i temi basilari della fede cristiana, si estese contro i gruppi di eretici, principalmente i fraticelli, che attentarono più volte alla sua vita. Papa Eugenio IV gli conferì incarichi speciali per la predicazione contro le eresie oltre l’Adriatico e per missioni diplomatiche nell’Europa centro orientale. Fu un convinto assertore delle Crociate e, grazie al suo intervento in veste di pacificatore, le città di Fermo ed Ascoli, eterne nemiche, stipularono una storica pace nel 1446 e poi nel 1463. Nello stesso anno risolse ancora una volta una questione di confine tra Monteprandone e Acquaviva.

    Il santo si prodigò a dare Statuti Civili ad undici città e creò i Monte di Pietà, per combattere l’usura. Scrisse diciotto libri. Istituì nel Convento di Santa Maria delle Grazie, da lui fondato, una ricca libreria per l’istruzione dei religiosi e di quanti coltivassero l’amore per lo studio. Morì a Napoli il 28 novembre 1476. Il suo corpo fu sepolto nella chiesa di Santa Maria la Nova a Napoli.

    I luoghi di san Giacomo a Monteprandone - Nel 2001 il corpo è stato traslato nel Santuario Santa Maria delle Grazie. Nella chiesa si conserva una preziosa e venerata immagine in terracotta della Madonna, donata a San Giacomo dal Cardinale Francesco della Rovere. All’interno della chiesa si possono ammirare alcune pitture di Vincenzo Pagani, il crocifisso di Cola d'Amatrice, un trittico del XIV secolo, il tabernacolo in legno intarsiato del XVII secolo, il coro ligneo del 1721 proveniente dall'ex chiesa degli osservanti di Fermo, e le Cappelle dedicate alla Madonna delle Grazie e a San Giacomo della Marca. Nel Museo all’interno del chiostro sono esposte diverse reliquie del santo, mentre i 61 codici appartenuti alla libreria di San Giacomo sono conservati presso il Museo Civico di Monteprandone.

  • Santuario di S. Emidio alle Grotte
    334 3565078 (Giuseppe) 328 324
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario di Sant'Emidio alle Grotte

    Il suggestivo ed unico Santuario Tempietto di Sant'Emidio alle Grotte rappresenta uno splendido esempio di arte religiosa barocca nelle Marche. Si definisce "alle grotte" perché addossato alle grotte dell'antica necropoli cristiana. Si trova appartato rispetto al contesto urbano, in un luogo ricco di vegetazione e silenzio.

    Qui si narra che il Santo decapitato portò miracolosamente la sua stessa testa per essere seppellito.

    Tale sede di culto emidiano venne riscoperta nel 1721 allorché il popolo ascolano volle ringraziare il proprio Patrono per la protezione concessa nel terremoto del 1703. L’architetto locale più rinomato del tempo, Giuseppe Giosafatti, realizzò a tal fine il suo progetto: portò alla luce le grotte paleocristiane sgretolando la parte rocciosa che fu poi rivestita con una facciata di travertino delicatamente scolpito.

  • Santuario della Madonna dell’Ambro
    0736.859115
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario della Madonna dell’Ambro

    Definito anche la piccola Lourdes dei Monti Sibillini, il monumentale Santuario, in territorio di Montefortino, sorge isolato in uno scenario di rara bellezza a quota mt. 683 di altitudine, incastonato tra i Monti Priora e Castel Manardo, e prende il nome dal vicino torrente Ambro, affluente del Tenna.

    Alle origini del culto mariano in questo luogo è un'apparizione narrata in una lapide dietro l'altare della Madonna con le seguenti parole: " Nel maggio del Mille la Vergine SS., cinta di straordinario splendore, apparve in questa sacra roccia all'umile pastorella Santina, muta fin dalla nascita. La fanciulla ottenne il dono della parola in premio delle preghiere ed offerte di fiori silvestri che ogni giorno faceva all'immagine della Madonna, posta nella cavità di un faggio" .

    A seguito di tale evento fu eretta una primitiva cappella che fu poi arricchita di beni dai signori feudatari del luogo nel 1073. Nel 1595 il Comune fece costruire una Cappella e nel 1602 la sacra immagine della Madonna dell’Ambro fu traslata nella nuova sede. La costruzione della chiesa richiese tempo, oltre trent’anni.

    Pittori e scultori quali Martino Bonfini da Patrignone (XVII sec), Domenico Malpiedi (1634), Virginio Parodi, della scuola Vaticana (1928) hanno decorato nel corso del tempo la Cappella della Madonna.

    Attualmente il Santuario è custodito dai Padri Cappuccini che si sono presi cura del restauro e della sistemazione della sua area.

  • Santuario di S. Maria di Macereto
    0737 9264 ; 339 2027814
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario di Santa Maria di Macereto

    Il suggestivo Santuario di Macereto si trova sull’omonimo altopiano nei pressi di Visso, nel Parco Nazionale dei monti Sibillini. E’ uno straordinario esempio di architettura rinascimentale nelle Marche e fu in passato luogo di presunti eventi miracolosi e per questo di diffusa devozione popolare.

    Fu realizzato nel 1529, al posto di una precedente chiesetta del 1359, da Giovan Battista da Lugano probabilmente su progetto di Bramante e terminata successivamente nel 1556 sotto la guida di Filippo Salvi da Bissone.

    All’esterno il Santuario si presenta a pianta ottagonale, rivestito in travertino con avancorpi su tre lati sui quali si aprono i tre ingressi della chiesa e con sculture che arricchiscono i portali e i capitelli.

    All’interno la struttura si distribuisce su una pianta a croce greca, con i quattro bracci che terminano in quattro absidi con nicchie. Al centro si trova la primitiva cappella con la scritta in latino che ricorda la storia del miracolo di Macereto.

    Nell’abside dell’altare maggiore è possibile ammirare la bellissima cappella dove si conservano alcune opere del pittore e scultore originario di Caldarola, Simone de Magistris, risalenti al 1580-1582 come il Natale di Gesù, l’Adorazione dei Magi, la Discesa dello Spirito Santo, la Circoncisione, la Natività della Madonna e la Fuga in Egitto.

    A causa del sisma del 2016, il Santuario è stato lesionato. Alcune aree del monumento sono state transennate. Per informazioni scrivere al  Numero Verde del Turismo (numeroverde.turismo@regione.marche.it).

  • La Basilica di San Nicola
    0733.976311
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: La Basilica di San Nicola

    La Basilica dedicata a San Nicola da Tolentino è uno dei santuari più importanti dell’Italia centrale. San Nicola da Tolentino (1245-1305) fu frate agostiniano, taumaturgo e grande predicatore. Visse nel convento dei frati Eremitani di S. Agostino nella città dal 1275 fino alla morte. Raggiunse una tale notorietà sin da vivo, soprattutto per le sue straordinarie capacità taumaturgiche, da essere venerato e canonizzato in breve tempo (1325). San Nicola viene venerato come patrono delle anime del Purgatorio e come protettore delle puerpere e nelle difficoltà dell’infanzia.
    La Basilica venne consacrata nel 1465. L’interno rettangolare è a una navata con abside poligonale. Al Seicento risalgono il soffitto ligneo a cassettoni e le otto cappelle. Vi si conservano pregevoli opere d’arte (S. Anna di Guercino, S. Tommaso da Villanova di G. Ghezzi). La grande cappella seicentesca del SS. Sacramento, sormontata da una cupola, si trova a sinistra dell’altare. La Cappella delle Sante Braccia custodisce le braccia di San Nicola. Un tentativo di trafugamento fu realizzato dopo la morte del santo, ma fallì perché dalle braccia amputate iniziò a sgorgare del sangue. Il miracoloso evento è rappresentato nella tela di G. Foschi presso l’altar maggiore. Nella cappella vi sono conservati due grandi quadri, ex voto: L’Incendio del Palazzo Ducale a Venezia di Matteo Stom e La peste a Genova (o a Venezia, secondo alcuni) di Giovanni Carboncino. Di particolare pregio è il Cappellone, i cui affreschi, realizzati da pittori riminesi (Pietro, Giuliano, Baronzio) di scuola giottesca, rappresentano la più alta testimonianza della pittura del Trecento nelle Marche. La pianta è rettangolare e la volta è a crociera. Un’arca marmorea rinascimentale, avente al di sopra una statua di S. Nicola, è posizionata al centro del Cappellone.
    Tramite uno scalone, si giunge ai Musei della Basilica che ospitano numerosi dipinti e sculture, preziose ceramiche, ex voto e esposizioni presepistiche permanenti.
    Il chiostro è considerato tra i più interessanti delle Marche. Vi si trova la cella del santo, oggi trasformata in Oratorio della comunità agostiniana, che conserva ancora due lunette affrescate dei primi del Cinquecento, rappresentanti episodi della vita del santo nato a Sant'Angelo in Pontano.

    A seguito dei danni provocati dal sisma del 2016 la Basilica viene dichiarata inagibile e chiusa fino alla riapertura nel dicembre 2018. In tale data vengono nuovamente aperti al pubblico, ai turisti e al culto la navata principale, la Cappella delle Sante Braccia e il Cappellone. Viene montato un nuovo altare e recuperata dal Museo del Santuario la pala in legno “Lo sposalizio mistico di Santa Caterina tra i Santi Agostino, Nicola e Apollonia”a cui saranno nuovamente affiancati “L’Eterno”in cornice cuspidata e “La deposizione”, i quali facevano parte di un’unica opera dipinta tra il 1518 e il 1525 e attribuita a Marchisiano di Giorgio, un pittore tolentinate di origine slava recentemente riscoperto da Giorgio Semmoloni. La parte centrale della grande “cona”èstata rinvenuta nei depositi della Galleria Nazionale di Arte Antica di Roma. L’opera, per molti anni, èstata la pala posizionata nel presbiterio, proprio dietro l’altare e quindi, dopo molti secoli, seppur incompleta, torna nella navata centrale della Basilica.

    Rimangono attualmente chiusi la Cappella del Santissimo costruita dal pittore Francesco Ferranti e il presbiterio.

  • Tempietto del Valadier
    Numero verde: 800166250 Dall'estero: +39 0732 90090
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Tempietto del Valadier

    Inserito nello spettacolare scenario della Gola di Frasassi, a breve distanza dall’ingresso delle famose Grotte, risalendo un sentiero, si raggiunge l’elegante Tempietto.

    Tale opera fu commissionata nel 1828 dal nativo Papa Leone XII all’architetto Giuseppe Valadier.

    Il Tempietto è in stile neoclassico, a pianta ottagonale, con cupola ricoperta in piombo. Per edificarlo furono utilizzati blocchi bianchi di travertino estratti da una cava sovrastante la grotta.

    L'edificio ospitava una statua in marmo bianco di Carrara di scuola del Canova raffigurante la Madonna con Bambino, oggi sostituita da una copia. L’originale ora si trova presso il Museo di Genga.

    Quando si scavò per costruire il tempietto furono trovati forni per cuocere, due pozzi di grano, alcune monete e molte ossa umane. Ciò testimonia come questo luogo fu utilizzato per le persone che, a causa delle scorrerie dei barbari, cercavano rifugio in luoghi dal difficile accesso.