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La Vallesina e i castelli di Jesi

Un territorio da gustare in molti modi

La caratteristica principale del territorio della Vallesina è la serie di borghi storici, cinti da mura e ricchi di cultura e musei, che si distendono sulle colline; sono i cosiddetti “Castelli di Jesi”: Belvedere Ostrense, Castelbellino, Castelplanio, Cupramontana, Majolati Spontini, Mergo, Monsano , Montecarotto, Monte Roberto, Morro D’Alba, Poggio San Marcello, Rosora, San Marcello, San Paolo di Jesi, Santa Maria Nuova, Serra de’ Conti, Serra San Quirico, Staffolo.

Jesi
è il centro principale della Vallesina che si sviluppa lungo il medio corso del fiume Esino, da Serra San Quirico alla foce presso Rocca Priora (Comune di Falconara Marittima). Dominata dalla sagoma del S. Vicino, la valle è chiusa da colline degradanti verso il mare che svelano i paesi arroccati sulle sommità. La città di Jesi, che ha dato i natali all’imperatore Federico II di Svevia e al musicista Giambattista Pergolesi, vanta una cinta muraria tra le meglio conservate delle Marche, dotata di porte, torrioni quadrati, poligonali e cilindrici e cortine coronate da beccatelli. In Piazza Federico II sorge la Cattedrale di San Settimio. Il Palazzo della Signoria, realizzato da Francesco di Giorgio Martini in eleganti forme rinascimentali, ospita la Biblioteca Planettiana e l’Archivio storico comunale. Il Teatro Pergolesi, edificato tra il 1791 e il 1796, domina Piazza della Repubblica. In via XV Settembre si erge Palazzo Pianetti (sec. XVIII), sede della Pinacoteca Civica, che custodisce capolavori di Lorenzo Lotto e la grandiosa galleria a stucchi rococò.

La celebrità di questa zona è legata al Verdicchio dei Castelli di Jesi, uno dei più grandi vitigni autoctoni d'Italia.

Il vino Verdicchio è uno dei vini DOC più famosi e storicamente conosciuti delle Marche; il vino Verdicchio Castelli di Jesi Riserva è anche riconosciuto DOCG. Tra i vini rossi il più noto è il vino DOC Lacrima di Morro D’Alba, prodotto nel territorio del comune di Morro D’Alba.

E sono proprio le colline coperte da vigneti a dare il benvenuto al visitatore che inizia il suo viaggio in questi luoghi.  Da Jesi, si possono effettuare numerose escursioni alla scoperta di questo territorio, fuori delle zone di forte concentramento turistico. Un territorio che scoprirete al proprio ritmo dai borghi di charme alle antiche chiese e abbazie, dai piccoli musei alle cantine.

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Livello di difficoltà: media
Target: Benessere

Le tappe dell'itinerario

  • Santa Maria Nuova
    0731.24971
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santa Maria Nuova
    Santa Maria Nuova sorge al centro della Provincia di Ancona, nel cuore delle Marche, adagiata sul dorso di una collina a 249 metri di altitudine. Nel suo territorio la presenza dell'uomo risale alla preistoria, di cui abbiamo suggestive testimonianze grazie a diversi ritrovamenti archeologici. Numerosi sono anche i reperti risalenti all'epoca romana e tra essi assumono particolare rilievo i resti di una villa decorata e di un'edicola funeraria, siti in località Pietrolone.
    Le prime notizie relative ad un centro abitato risalgono invece al 1201 d.C., anno in cui venne firmato un atto di sottomissione alla città di Jesi, da parte dei signori del castelle di Santa Maria della Ripe. Questa era infatti l'antica denominazione di Santa Maria Nuova, probablimente dovuta al fatto che il castello sorgeva in una località poco distante dalla attuale, caratterizzata dalla presenza di numerosi calanchi.
    Tra gli edifici religiosi spiccano la chiesa di San Giuseppe (1762), caratterizzata da linee estremamente pure, ricche decorazioni in stucco, altari barocchi e dipinti di pregio, e la parrocchiale di Sant’Antonio da Padova, progettata nel 1793 dall’architetto Mattia Capponi; l’edificio custodisce un altare basilicale decorato con ceramiche policrome, un organo settecentesco e due dipinti di pregio, l’uno di Filippo Bellini (1598) e l’altro dell’ Aquilini (1658). Il palazzo comunale, dalle forme rinascimentali, risale all’Ottocento ed è affiancato da palazzo Frontini, del secolo precedente, con un portale settecentesco in pietra arenaria e soffitti a volta affrescati. Il paese è cinto da mura castellane cinquecentesche, munite di tre torrioni a base quadrangolare irregolare.
  • Jesi città di Federico II, di G.B. Pergolesi e del Verdicchio
    0731 538420 - 0731.5381
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Jesi città di Federico II, di G.B. Pergolesi e del Verdicchio

    Jesi è situata nella valle bassa del fiume Esino ed è la città più importante della Vallesina. È la terza maggiore città della provincia di Ancona, dopo il capoluogo e Senigallia.
    Nel1969 è stata segnalata dall'UNESCO come "città esemplare" per l'integrazione architettonica dei suoi vari strati storici.

    COSA VISITARE
    La cinta muraria, perfettamente conservata, fu edificata sul precedente tracciato romano tra il XIII e il XIV secolo. Dotata di porte, torrioni quadrati, poligonali e cilindrici e cortine coronate da beccatelli, fu ampliata dal grande architetto militare Baccio Pontelli nel Quattrocento.

    In Piazza Federico II, l’area dell’antico foro romano, dove nacque l’imperatore Federico II di Svevia il 26 dicembre 1194, si erge la Cattedrale di San Settimio.
    Nei pressi sono situati l’ex chiesa di San Floriano, ora adibita a Teatro Studio, e il Museo Diocesano, allestito all'interno di Palazzo Ripanti.

    In Piazza Ghislieri si trova il Museo Federico II Stupor Mundi, primo grande museo multimediale dedicato alla figura dell'imperatore di Svevia, che attraverso sedici sale tematiche racconta la vita e le gesta di Federico II.

    In Piazza Colocci, si erge il Palazzo della Signoria, della fine del sec. XV, capolavoro di architettura civile rinascimentale, progettato da Francesco di Giorgio Martini, che ospita la Biblioteca Planettiana e l’Archivio storico comunale.
    Notevole è la Sala Maggiore, con soffitto ligneo del ‘500 e antica scaffalatura del ‘700 proveniente da Palazzo Pianetti Vecchio di via Valle, oggi sede dello Studio per le Arti della Stampa.

    In Piazza della Repubblica prospetta il Teatro Pergolesi, originariamente denominato “della Concordia”, edificato tra il 1790 e il 1798. e dedicato al noto compositore Giovan Battista Pergolesi, nato a Jesi nel 1710.
    Nella parallela di Corso Matteotti, in via XV Settembre, si erge Palazzo Pianetti (sec. XVIII), con giardino all’italiana, sede della Pinacoteca Civica, che vanta un consistente gruppo di opere di Lorenzo Lotto e una magnifica Galleria a stucchi Rococò.
    Degna di nota è la Chiesa di San Nicolò, lungo Corso Matteotti, la più antica di cui si conservi memoria scritta, di origine romanica ma rimodellata in forme gotiche.
    Fuori dalla cinta muraria sorge la Chiesa benedettina di San Marco, del sec. XIII, in stile gotico.

    TIPICITÀ ED EVENTI
    Il prodotto tipico della zona è il vino Verdicchio dei Castelli di Jesi, uno dei vini DOC più famosi e conosciuti delle Marche; il vino Verdicchio Castelli di Jesi Riserva è anche riconosciuto DOCG.
    Tra i vini rossi si segnala il vino Doc Lacrima di Morro d’Alba, prodotto nel territorio del comune di Morro d’Alba .
    Un vino tradizionale dello jesino è il vino di visciola, bevanda alcolica, dolce e aromatizzata, ottenuta da ciliegie selvatiche fatte fermentare nel vino rosso.

    La lonza di fico, una leccornia di fichi essiccati, noci, mandorle e sapa, è una golosa specialità locale.
    L’Enoteca Regionale, ubicata presso Palazzo Pianetti, è un centro di promozione e degustazione di vini tipici e delle prelibatezze della zona; nello stesso Palazzo ha sede Italcook, una scuola italiana di cucina.

    Tra gli eventi di rilievo che hanno luogo a Jesi durante l’anno si segnalano: il Monsano Folk Festival in agosto, il Festival Pergolesi Spontini in autunno, la Fiera di San Settimio a settembre e la rievocazione storica del Palio di San Floriano, la prima settimana di maggio, in occasione del quale la città si tuffa nel medioevo e nel pomeriggio del Palio stesso, con l'annuncio dell’araldo banditore, si dà il via ad un ricchissimo calendario di appuntamenti con la storia.

  • Monsano
    073.161931
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monsano
    Monsano entra nella storia nel 1197 come dipendenza dell'abazia di Valfucina (S.Vicino). Fino alla fine del XIII secolo fu la Villa collegata alla Pieve di San Giovanni (la chiesa di S.Giovanni esisterà fino al 1897 come chiesa tumulante, cioè cimiteriale); divenne Castello forse dal 1340 dopo che Jesi, immediate subiecta della Santa Sede, perde Monte San Vito che passa ad Ancona.

    Oltre ad essere un importante polo industriale e commerciale, Monsano è nota per le caratteristiche mura del XV secolo, originali per forma e tracciato, che si dispongono su un rettangolo regolare che non ha riscontro in Vallesina. Nel centro storico si trova la Chiesa del Sacramento, anticamente denominata Santa Maria del Soccorso. Realizzata nel XVI secolo, fu residenza dei frati apostolici e venne ricostruita dalle fondamenta nel 1701. Conserva al suo interno alcune tele di Domenico Luigi Valori, realizzate nel 1736. In prossimità del Castello, si trova la Chiesa di San Pietro Apostolo, il cui nucleo originario risale al XII secolo. Al suo interno sono conservati un’interessante pala di Claudio Ridolfi raffigurante una "Madonna con Bambino e i SS. Francesco e Stefano", del XVII secolo, e una tela del Valeri.
    Fuori dal paese, in un suggestivo spazio rimasto immutato nel tempo, si trova la Chiesa di S. Maria degli Aròli, in stile romanico-gotico.

    Nella frazione di S. Maria si trova l’omonimo Santuario, edificato a partire dal 1471, anno delle apparizioni della Vergine nel territorio. Al suo interno si può ammirare uno splendido affresco della Madonna, oggetto di un accurato restauro che lo ha recentemente riportato alla sua veste originaria.
    In località Sant’Ubaldo, si trova la settecentesca Villa Pianetti, con la sua suggestiva architettura e il magnifico parco.

    Ad agosto ha luogo l'evento più importante dell'anno, il Monsano Folk Festival, una rassegna internazionale ed itinerante di musica popolare originale e di revival.
  • San Marcello
    0731.267014
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: San Marcello
    San Marcello è posto sul più alto colle a sinistra dell'Esino, a 233 metri s.l.m.
    Anticamente denominato Monte San Marcello, il centro riprende il nome del santo e papa dell'inizio del IV secolo che inviò a Jesi San Settimio, proto vescovo ed evangelizzatore.
    Il paese è dotato di mura castellane a sviluppo rettangolare con torrioni quadrangolari e cilindrici. Tra i siti di maggior interesse architettonico ricordiamo Palazzo Marcelli, in stile rinascimentale, con portale a bugnato e loggetta a quattro archi; la Chiesa di Santa Maria del Rosario, che custodisce una bella tela di Andrea da Jesi e la Chiesa di San Marcello (XVII sec.) con due notevoli dipinti. Il Teatro Ferrari, lo storico teatro del paese, merita una visita, come anche il Museo del Telefono, ospitato presso Palazzo Marcelli, dove sono esposti apparecchi telefonici provenienti da tutto il mondo. 
    Il territorio collinare, di notevole interesse paesaggistico, è particolarmente vocato alla coltivazione della vite.
    I vini prodotti sono l'Esino, il Rosso Piceno, il Verdicchio dei Castelli di Jesi classico e il Lacrima di Morro d'Alba.
  • Morro d'Alba
    0731.63000
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Morro d'Alba

    Morro d'Alba è un piccolo paese dalle origini molto antiche situato tra Senigallia e Jesi, a 200 metri sul livello del mare. Conserva molte testimonianze del passato e vanta un primato: è infatti l'unico borgo italiano fortificato ad avere un camminamento di ronda, la Scarpa, lungo tutte le mura, coperto e fiancheggiato da arcate.

    La cinta muraria di Morro d'Alba, di andamento irregolarmente pentagonale con sei bastioni, è il risultato di una serie di diverse ristrutturazioni databili tra il XIII e il XV secolo. 

    Nel corso dei secoli gli abitanti del paese hanno scavato un complesso labirinto di grotte, collegate tra loro da gallerie, che costituiscono una sorta di seconda città sotterranea. Le grotte erano utilizzate in passato soprattutto per la conservazione dei cibi, ma all'occorrenza potevano servire come estremo rifugio in caso di incursioni nemiche. 

    I siti turistici di maggior interesse sono: il Palazzo Comunale, che custodisce la pinacoteca con importanti opere tra cui una pala d'altare del veneto Claudio Ridolfi raffigurante L'incoronazione della Vergine e Santi; la Chiesa della SS. Annunziata (oggi Auditorium), la Parrocchiale di San Gaudenzio, bell’esempio di architettura religiosa marchigiana della seconda metà del Settecento, il museo Utensilia, allestito nei suggestivi sotterranei del castello, sotto la Scarpa, che raccoglie una nutrita selezione di utensili e attrezzi agricoli e documenta lo stile di vita e la cultura dei mezzadri marchigiani.

    Il più famoso prodotto di Morro d'Alba è il vino DOC Lacrima di Morro d'Alba ottenuto dal vitigno autoctono lacrima e conosciuto già al tempo dei romani. Deve il suo nome alla particolare goccia (chiamata appunto lacrima) che fuoriesce dal grappolo d’uva quando essa giunge a maturazione.

    Le principali manifestazioni che hanno luogo a Morro d'Alba nel corso dell'anno sono: la Sagra del vino Lacrima, che si tiene ogni primo fine settimana di maggio, il Cantamaggio, il canto rituale di questua che celebra l'avvento della primavera e della nuova stagione agricola (ogni terzo fine settimana di maggio) e la Festa del Lacrima di Morro d'Alba e del tartufo di Acqualagna, che si svolge ogni terzo fine settimana di ottobre.

  • Belvedere Ostrense
    0731.617003 - Info Turismo Tel
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Belvedere Ostrense
    Fondata, come Ostra e Ostra Vetere, da abitanti della città romana di Ostra, Belvedere Ostrense sorge su precedenti insediamenti edificati dai Piceni prima e dai Galli Senoni poi.

    Sul territorio comunale, dal profilo geometrico piuttosto uniforme, si alternano dolci rilievi collinari, tappezzati in massima parte di vigneti e oliveti, e piccole valli fluviali.  

    L’abitato, circondato da mura rinascimentali ornate da graziose loggette e da torri poligonali, racchiude interessanti edifici religiosi, tra i quali la Chiesa Parrocchiale di San Pietro, la Collegiata di Santa Maria della Misericordia e il Santuario della Madonna del Sole.
    Tra i musei si segnala il Museo Internazionale dell'Immagine Postale, nato nel 1989, che promuove la ricerca, la produzione e l'informazione nell'ambito delle comunicazioni. 

    Belvedere Ostrense rientra nell'Associazione Nazionale Città dell'Olio.

    Nella seconda domenica di maggio si tiene la Festa della Madonna del Sole, con giochi tradizionali della cultura agreste come il gioco del "Quarantotto" o il tiro alla fune.
  • Poggio San Marcello
    0731.813446
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Poggio San Marcello
    Poggio San Marcello è il più piccolo comune della provincia di Ancona e sorge su una collina sulla riva sinistra del fiume Esino. Dista circa 18 chilometri da Jesi e circa 50 da Ancona e confina con i comuni di Castelplanio (sud e sud/est), Montecarotto (ovest), Belvedere Ostrense (a nord) e Rosora (a sud/ovest).
    Il centro storico di Poggio San Marcello è racchiuso interamente dalle mura castellane dotate di torri e torrioni, uno dei quali pentagonale e di rara fattura, oltre che da due porte, Porta San Nicola e Porta del Soccorso, sormontata dallo stemma del Comune di Jesi. Di forma ovale è attraversato in longitudine dalle due vie principali: corso Tarcisio Tassi e via Corriola.
    Gli edifici religiosi di maggior interesse artistico sono: il seicentesco Santuario della Madonna del Soccorso e la chiesa settecentesca di San Nicolò, abbellita da un affresco trecentesco, da una cripta gotica dello stesso secolo e da una pregevole tela di Antonio Sarti.
    All'interno del Palazzo Comunale del 1772, dalla sala consiliare finemente affrescata, è collocato il Teatro.
  • Montecarotto
    0731.89131
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Montecarotto
    Posto a 380 m s.l.m., Montecarotto appartiene al contrafforte orientale della zona subappenninica della provincia di Ancona, a 18 km da Jesi, a cavallo tra l'alta valle del Misa e quella dell'Esino.
    Il centro storico conserva una notevole cinta muraria edificata nel 1509 su disegno dell'architetto Albertino di Giacomo da Cremona, che restaurò e valorizzò la precedente cerchia medievale, che fa di Montecarotto una delle più importanti fortificazioni della Vallesina.  
    All’ingresso del paese si stagliano due torrioni comunicanti tramite un percorso coperto a quota del cammino di ronda. Salendo sul poderoso torrione cilindrico, elegantemente merlato e abbellito da un orologio, si può ammirare uno splendido panorama che abbraccia la valle del Misa e quella dell’Esino. Interessante è l'ottocentesco Teatro Comunale, caratterizzato da un porticato, scandito da colonne in laterizio, e da un interno riccamente decorato. Poco lontano troviamo Palazzo Baldoni, poggiante sul tratto terminale del settore sud delle mura castellane e il Monumento ai Caduti della prima guerra mondiale, realizzato nei primi anni trenta dallo scultore veneziano Vito Pardo, autore anche del celebre Monumento nazionale delle Marche a CastelfidardoDa visitare è il Museo della Mail Art, l’unico museo pubblico italiano che si occupa della mail art, cioè di quelle espressioni artistiche veicolabili attraverso il servizio postale. Oggi il museo custodisce preziose incisioni di artisti marchigiani, come Orfeo Tamburi e Pericle Fazzini, e le Carte Lauretane di Arnoldo Ciarrocchi. 

    Nel territorio si possono ammirare numerose chiese ricche di arte e di storia, a testimonianza della profonda fede e devozione della popolazione locale, come la Chiesa Collegiata della SS. Annunziata, la Chiesa di San Filippo, la Chiesa del Crocefisso e la Chiesa conventuale di San Francesco.

    L'eccellenza di Montecarotto è il vino Verdicchio, prodotto in diverse tipologie e varianti: Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio dei Castelli di Jesi classico, Verdicchio dei Castelli di Jesi classico superiore, Verdicchio dei Castelli di Jesi passito, Verdicchio dei Castelli di Jesi spumante.

    Gli eventi più importanti che hanno luogo a Montecarotto nel corso dell'anno sono: la Pasquella (rievocazione di un antico Canto Rituale di Questua) e la manifestazione Verdicchio in festa, che si svolge a luglio.
  • Serra de' Conti
    0731.871711
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Serra de' Conti

    Serra de’ Conti sorge su un colle alto 217 metri, a destra della vallata attraversata dal fiume Misa.
    Il centro storico offre un esempio significativo di impianto urbano di origine duecentesca, riadattato e trasformato prima in età tardomedievale e poi moderna, a seguito di mutamenti economico-sociali.
    Lungo il perimetro della città antica corre la cinta muraria, caratterizzata da dieci torrioni e da una monumentale porta fortificata.
    Tra i principali siti di architettura religiosa ricordiamo: la Chiesa della Santa Croce, la Chiesa di San Michele, il Chiostro di San Francesco, la Chiesa di Santa Maria de Abbatissis, la Chiesa rurale di San Fortunato e il Monastero di Santa Maria Maddalena, che ospita il Museo della Arti Monastiche. L'esposizione si articola in sale tematiche che ricostruiscono l'ambiente della farmacia, della dispensa e delle attività artigianali come la filatura, il ricamo, la ceramoplastica e la tintura.
    Degna di nota è anche la Sala consiliare, affrescata da Bruno Bruni, artista contemporaneo noto come Bruno d’Arcevia. 

    Poco distante da Serra de’ Conti al confine con il territorio di Arcevia sorge un importante esempio di archeologia industriale: una fornace per laterizi di tipo Hoffmann (sec. XIX). Costruita in una zona ricca di ottima argilla di acqua grazie alla vicinanza del fiume Misa, rimase in funzione dal 1884 al 1971. Di proprietà privata, è stata recentemente interessata da un importante intervento di restauro conservativo. 
    Il prodotto tipico locale è la cicerchia (Presidio Slow Food), ottima in zuppe e minestre, ma anche cucinata in purea o servita come contorno dello zampone. Con la farina di cicerchia, inoltre, si preparano maltagliati e pappardelle. La Festa della Cicerchia, che si tiene a fine novembre, celebra questo legume.

  • Serra San Quirico
    0731.818201
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Serra San Quirico

    Sulla sinistra del fiume Esino, nelle immediate propaggini del Monte Murano, sorge Serra San Quirico (Bandiera Arancione), all'imbocco della Gola della Rossa.   L'intero territorio rientra nel Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi che ha sede nel centro storico del borgo, precisamente nel Complesso di Santa Lucia. Alcuni ritrovamenti archeologici farebbero risalire i primi insediamenti al tempo degli Etruschi. Successivamente i Romani, al fine di controllare il passaggio strategico della Gola della Rossa, fondarono un presidio militare attorno al quale, verosimilmente, si sviluppò il villaggio originario. Il paese possiede un bellissimo centro storico, ben conservato e dal caratteristico impianto medievale. Particolarmente suggestive sono le Copertelle, passaggi coperti che corrono lungo le mura di cinta del paese, e la torre principale di difesa detta Cassero, di cui è ben conservata la torre di forma sostanzialmente quadrangolare costruita tra il 1360 e il 1374.

    La Chiesa di Santa Lucia, capolavoro di arte barocca, custodisce le tele di Pasqualino Rossi raffiguranti Le storie della vita di Santa Lucia. Annesso alla chiesa vi è l’ex convento dei Monaci Benedettini Silvestrini dove hanno sede la Cartoteca Storica Regionale delle Marche, il museo Premio Ermanno Casoli (arte contemporanea) e il museo di Storia Naturale del Territorio.

    Oltre alla citata chiesa, altri siti di architettura religiosa da visitare sono: la Chiesa parrocchiale di San Quirico che custodisce la reliquia della Sacra Spina, la Chiesa di San Filippo Neri dall'interno barocco con la splendida cantoria lignea fogliata, la Chiesa di San Francesco con la mostra dei cento presepi e l'ex Chiesa di Santa Maria del Mercato, in stile romanico, ora adibita a Teatro.

    A pochi chilometri dal centro, nella valle sottostante, si trova l’abbazia di Sant’Elena, edificata tra il 1009 e il 1010 in stile romanico-gotico con blocchetti in pietra arenaria dal taglio irregolare. Da visitare inoltre la frazione Domo, antico castello fortificato, che custodisce la chiesa di San Paterniano, nella quale si trovano il pregevole trittico su tavola attribuito al “Maestro di Domo” e numerosi affreschi. Sempre nel territorio comunale si trovano il piccolo borgo rurale di Ville di Sasso, il Castello di Rotorscio nei pressi di Castellaro e al confine con Mergo la piccola chiesa di Santa Maria delle Stelle costruita sulle rovine di un tempio pagano.

    In primavera a Serra San Quirico si tiene la Rassegna Nazionale Teatro della Scuola, a Settembre si svolge il Frasassi Climbing Festival, evento di rilevanza internazionale, mentre nel periodo natalizio il borgo si trasforma in Paese presepio animato.

  • Mergo
    0731.814820
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Mergo

    Mergo è un castello medievale, ubicato per gran parte in area collinare, situato alla sinistra del fiume Esino e non lontano dalla catena degli Appennini.
    Il centro è contenuto all'interno delle mura di cinta risalenti al XIV-XV secolo e comunicanti con il cammino di ronda.

    Nell’epoca preromana il territorio fu transitato dai Greci, dagli Etruschi e dagli Umbri che vi commerciavano. Dopo la Battaglia del Sentino, avvenuta nel 295 a. C., i Romani prevalsero sulle altre popolazioni e a seguito di ciò si consolidò la loro presenza nell’area, come documentano i numerosi reperti archeologici venuti alla luce ad Angeli di Mergo.

    Mergo dipese sempre dal comune di Serra San Quirico, eccetto che per un breve periodo di dipendenza da Jesi (1248), fino al 1827, anno in cui divenne Comune.

    Il paese è dotato di numerosi complessi sportivi: area camper attrezzata presso il Campo sportivo di Mergo, piste di pattinaggio, campi da tennis e campi di bocce.

    Per la sua posizione e conformazione, il comune offre un ambiente ideale per periodi di villeggiatura e relax e per escursioni nelle aree naturalistiche limitrofe.

    Degna di nota è la chiesa di San Lorenzo, al cui interno si trovano i dipinti "Madonna del Rosario” di Ercole Ramazzani (1530-1598) di Arcevia, "San Pietro" di Orazio Orazi (1848-1912) di Camerino e "San Lorenzo" di autore ignoto nell'abside.

    L'evento più importante che ha luogo a Mergo nel corso dell'anno è la Festa di San Martì, la cui prima edizione risale al 1990; si svolge durante la settimana dell'11 novembre, in cui si festeggia San Martino.

  • Castelplanio
    0731.813401
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Castelplanio

    Castelplanio sorge sulla riva sinistra del fiume Esino, a circa 305 m s.l.m.
    Le sorti della località seguirono quelle dell’abbazia di S. Benedetto dei Frondigliosi. Quando essa, già nel XII secolo, divenne feudo del vescovo di Jesi, il vicino Castel de Plano fu fortificato e considerato suo baluardo militare e ostacolo al dilagare di eventuali nemici nella vallata. Nel Quattrocento poté quindi resistere agli attacchi di Francesco Sforza che tuttavia riuscì a conquistarlo nel 1433. Dieci anni più tardi Nicolò Piccinino, chiamato dal pontefice nella Marca per cacciare le truppe sforzesche, pose l’assedio e infine lo distrusse. Gli abitanti sopravvissuti lo riedificarono a proprie spese sui resti del precedente, fortificandolo con una doppia cinta muraria, provvista di torrione, rivellini, ponte levatoio e di un’unica porta di accesso. Da allora Castelplanio si tenne sempre legato a Jesi come uno dei suoi castelli, seguendone la storia.

    Tra gli edifici di interesse storico artistico si segnalano il palazzo comunale, Palazzo Fossa-Mancini, sede della civica raccolta d'arte, storia e cultura, e la Chiesa di S. Sebastiano, costruita nel 1878 su un vecchio progetto dell’ architetto Capponi, che conserva una terracotta policroma del busto di S. Sebastiano del XVI secolo, attribuita a Mattia della Robbia, una bella tela raffigurante la Crocifissione di Claudio Ridolfi (16° sec), una statua in legno dorato di S. Giuseppe del XVII secolo. Nella chiesa era conservato un polittico di Lorenzo Lotto, i cui pannelli superstiti oggi si trovano presso i Musei Statali di Berlino.
    Da visitare anche parte del Castello, del quale rimangono due torrioni e alcuni tratti della base scarpata, la Chiesa di Sant'Anna nella frazione Piagge e la Chiesa del Santissimo Crocifisso, che contiene un crocifisso ligneo di Pierdomenico Nofrisci detto il Barnaro, del 1639, e un organo del 1700.

    Un sito di grande attrazione turistica è l’Abbazia di San Benedetto de' Frondigliosi, fondata prima del 1200. Della costruzione originale rimangono una parte del chiostro e la loggia in stile romanico. Il resto è frutto di restauri ed espansioni successive, in particolare tra i secoli XV e XVIII ad opera di Tommaso Ghislieri, vescovo di Jesi dal 1464 al 1505, e di Camillo Borghese, vescovo di Jesi dal 1597 al 1599, divenuto poi papa Paolo V. All'interno si trovano tele ed affreschi del Cinquecento.

    Un interessante sito turistico è il Sentiero del Granchio Nero, percorso naturalistico che da Macine, seguendo il fosso del Maltempo, giunge fino a Rosora. È così chiamato per via di un endemismo che popola questa zona. Un sito particolare è Fonte Vecchia, un'antica fonte databile attorno al 1300 che venne menzionata dallo storico Giuseppe Colucci nel 1793; nei pressi di Castelplanio si trova una torre romanica, che dà il nome all'antica strada dov'è situata.

    A Castelplanio si produce vino Verdicchio D.O.C. e il Comune fa parte delle Associazioni Città del Vino e Città dell'Olio. La Vineria di Castelplanio è stata ricavata dalla ristrutturazione delle cantine del Palazzo Fossa Mancini; è un centro per incontri, degustazione dei prodotti tipici e promozione turistica del territorio. A partire dal gennaio 2010, il Comune di Castelplanio ne ha affidato la gestione alla Pro Loco locale che organizza serate a tema, incontri, cene e degustazioni.

    Tra le sagre più longeve della Vallesina si ricorda la sagra della Crescia sul Panaro, che si svolge l'ultima settimana di luglio, dedicata ad un piatto popolare della cucina tradizionale marchigiana: la polenta. Essa viene stesa con il matterello e cotta sopra una piastra metallica munita di manico (il panaro), per poi essere farcita con verdure e salsiccia. Eventi collaterali quali mostre di antiquariato, artigianato, spettacoli, taverne e l’immancabile Verdicchio Doc arricchiscono l’evento.

    Nella frazione Piagge, nella chiesa intitolata alla Madonna del Carmine, ogni anno in estate si celebra la festa della Madonna, anche chiamata “festa dei consumati”, perché avveniva a conclusione dei pesanti lavori agricoli. Castelplanio è inoltre viva la tradizione della costruzione e del lancio delle mongolfiere, a cui è dedicato un palio a metà giugno. Ad essa si affiancano la gara di lancio del formaggio e la rievocazione storica del lancio del formaggio in costumi d’epoca e in notturna.

  • Maiolati Spontini
    0731.70751
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Maiolati Spontini

    Il castello di Maiolati risale agli inizi del XIII secolo, tuttavia notevoli testimonianze documentano nel territorio siti abitati fin dai tempi preistorici.

    Maiolati Spontini è famosa per aver dato i natali al grande compositore Gaspare Spontini, il cui nome è stato aggiunto alla denominazione del comune nel 1939. Da visitare la casa natale di Spontini, ora adibita a Museo, e il Parco Colle Celeste, un'ampia area delle proprietà di Spontini che il maestro volle destinare alla realizzazione di un giardino per il pubblico passeggio in omaggio a sua moglie Celeste. Il parco sorge su un'altura nella parte orientale di Maiolati ed è caratterizzato da un lungo viale alberato che s'inoltra in un boschetto delimitato da una balconata dalla quale si può godere la vista della vallata dell'Esino fino al Mare Adriatico.
    La tomba del maestro Spontini, nella chiesa di San Giovanni, è decorata con uno splendido medaglione, opera di Antonio Canova.
    All'artista e a Giovan Battista Pergolesi, nativo della vicina Jesi, è dedicato il Festival Pergolesi Spontini che richiama un folto pubblico. 

    Del passato medievale e rinascimentale rimangono i resti delle quattrocentesche mura castellane. A valle, nella frazione di Moie, sorge la chiesa romanica di Santa Maria (XII secolo). Da visitare anche la nuova biblioteca pubblica presso l'ex Fornace dal nome EffeEmme23.

    Maiolati Spontini aderisce al progetto "Comune Rinnovabile" di Legambiente, avendo messo a regime azioni mirate al risparmio energetico e alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

  • Monte Roberto
    0731.702472
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monte Roberto

    Monte Roberto sorge a 348 m s.l.m., nella parte centrale della provincia di Ancona e della Vallesina. Il territorio è attraversato dal fiume Esino nelle due frazioni Pianello Vallesina e Ponte Pio. È situato a circa 30 km dalla costa adriatica e il suo territorio è caratterizzato da un'ampia vista panoramica, che nelle giornate serene consente di scorgere sia il Mare Adriatico che le montagne dell'Appennino umbro-marchigiano.

    Il nome di Monte Roberto ricorda un Dominus Loci dal nome Roberto, proprietario di terre in questa zona, probabilmente di origine longobarda. Le mura castellane, che risalgono al XIV-XV secolo, oggi in parte restaurate, conservano ancora il loro fascino; alcuni tratti caddero durante il terremoto del 1741. L'anello edilizio, di forma ovale allungata ha un circuito quasi continuo; sui torrioni e sulle mura sono state realizzate in tempi più recenti civili abitazioni. Sul torrione ad occidente si trova la cosiddetta sala del trono le cui decorazioni risalgono alla prima o seconda decade dell'Ottocento.

    Per l'architettura civile si segnalano: Villa Salvati, una delle più belle dimore storiche delle Marche, eretta in stile neoclassico fra il 1805 e il 1820; il Teatro Beniamino Gigli, costruito nel 1816, che non ricalca i canoni del teatro all'italiana, ma piuttosto quelli della sala alla francese, tenuto conto che la costruzione avvenne durante il periodo napoleonico; il Monumento ai Caduti di tutte le guerre, posto all'entrata del paese.

    Il sito di architettura religiosa più importante è l'Abbazia di Sant'Apollinare, con tutta probabilità la più antica abbazia della Vallesina, situata nella frazione di Sant'Apollinare; sorge sull'area ipotizzata come luogo dell'antica Planina, che rimanda alla suddivisione augustea del Piceno. La sua origine si può far risalire a prima dell'anno 1000 ed è collegata alla primitiva immigrazione di monaci nella valle dell'Esino. La dedicazione a Sant'Apollinare, vescovo di Ravenna, è un'eco del dominio ravennate-bizantino del VI-VII secolo, in un territorio divenuto poi zona di confine tra bizantini e longobardi.
    Da visitare sono anche la Chiesa di San Carlo, la Chiesa parrocchiale di San Silvestro e la Chiesa della Sacra Famiglia.

    Il territorio di Monte Roberto, caratterizzato da campi a coltura intensiva, è ricco di querce e di viti per la produzione del Verdicchio dei Castelli di Jesi e di olivi; a fondo valle nella zona di Pianello Vallesina si trovano colture di cereali come grano (al punto da farle meritare l'appellativo di "granaio" dello Stato Pontificio), orzo, granoturco e farro.

  • Cupramontana
    0731 780199 - 0731.786811
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cupramontana

    Il nome Cupramontana deriva dalla dea Cupra, dea della fertilità adorata dalla popolazione preromana dei Piceni. La città divenne un importante municipio romano e, in periodo longobardo, fece parte del ducato di Spoleto-Camerino cambiando nome in Massaccio.

    Situato nel cuore della Regione Marche, a 505 metri sul livello del mare, il paese è la meta ideale per vacanze a contatto con la natura e per un turismo enogastronomico e culturale. Cupramontana è la capitale del vino Verdicchio dei Castelli di Jesi, uno dei più importanti vini bianchi italiani ed è anche il paese natale di Luigi Bartolini, grande incisore del Novecento e autore del romanzo da cui venne tratto "Ladri di biciclette" di Vittorio de Sica.

    Tra i siti di interesse storico artistico si segnalano: la Chiesa Abbaziale del Beato Angelo, la Chiesa di Santa Maria della Misericordia, la Chiesa di San Giacomo della Romita, la Chiesa di San Leonardo e la Chiesa di San Lorenzo. Nei dintorni di Cupramontana si trova l’Eremo delle Grotte, conosciuto anche come Eremo dei Frati Bianchi per il candido saio indossato dai Camaldolesi che lo abitarono per più di quattro secoli. Costituisce una delle testimonianze più significative di insediamento religioso alle origini del Cristianesimo nelle Marche. Qui furono gettati i fondamenti della Congregazione monastica di Monte Corona e qui si diede accoglienza ai due frati minori che nel XVI secolo fondarono l’Ordine dei Cappuccini.

    Da non perdere è il Museo internazionale dell'etichetta del vino che custodisce un'originale raccolta di etichette provenienti da ogni parte del mondo. Accanto alla collezione storica, con rari pezzi risalenti anche alla fine dell'Ottocento, sono ampie anche la raccolta contemporanea e la selezione artistica, con centinaia di bozzetti ispirati al vino di famosi artisti italiani e stranieri. Il Museo è ubicato nelle grotte del Monastero di Santa Caterina: si tratta di un nuovo spazio espositivo (Musei in Grotta), che include  "La strada del Gusto", un percorso attraverso i sapori, le tradizioni e le aziende del territorio, ed "Enocupra", un'enoteca attrezzata per la degustazione e ristorazione. Completa l'offerta dei Musei in Grotta l'"Horto de i Semplici", uno spazio che, fin dalle origini, era la sede dell'orto monastico.

    Nel territorio di Cupramontana è presente la "Rete di nodi Castelli del Verdicchio", una rete di diversi percorsi pedonali e ciclabili che sono collegati attraverso dei nodi numerati (di solito intersezioni di strade); utilizzando una mappa della rete, è possibile comporre la propria escursione a piedi o in bicicletta pianificando un percorso da nodo a nodo.

    La festa più importante che ha luogo durante l'anno a Cupramontana è la Sagra dell'Uva , tra le più antiche sagre vinicole in Italia.

  • Staffolo
    0731 779218
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Staffolo

    ll centro abitato di Staffolo, su cui sventola la Bandiera Arancione, sorge sul dorso di una formazione collinare a 442 metri di altezza sul livello del mare, in ottima posizione sulla bellissima e fertile valle dell'Esino, tanto da meritare l’appellativo di Balcone della Vallesina.

    Il nucleo più antico dell'abitato ha un impianto medioevale con forma quasi circolare e cinto da mura, in parte originali, aperte in due punti contrapposti. Sulle mura si erge, ancora intatto, il torrione dell'Albornoz (sec. XIV). Da non perdere: la Chiesa di Sant'Egidio, che conserva un notevole pentittico del Maestro di Staffolo, autore anonimo di scuola fabrianese; la Chiesa di San Francesco, dove è collocato un pregevole organo Callido del 1769; la Chiesa di Santa Maria di Castellaretta, gioiello di arte barocca, edificata come tempio votivo dagli staffolani reduci della battaglia di Lepanto (1571) e abbellita nel 1683 per celebrare la definitiva sconfitta dei Turchi alle porte di Vienna nel 1683. 

    L'eccellenza di Staffolo è il vino ottenuto dal vitigno autoctono del Verdicchiotra i più conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Proprio grazie a questa produzione, Staffolo è anche chiamato Colle del Verdicchio.

    In alcuni ambienti ricavati dalla cinta muraria è ospitato il Museo del Vino e dell'Arte Contadinache conserva gli strumenti tradizionali che si usavano nelle cantine di Staffolo per produrre i vini del territorio, tra cui il torchio in legno di quercia per la spremitura delle uve risalente al 1695. Annessa al museo è presente l'Enoteca con una vasta selezione di vini da degustare.

    I principali eventi che hanno luogo a Staffolo nel corso dell'anno sono: il Premio Città di Staffolo (fine luglio), istituito dal Comune di Staffolo nel 2001 con l’intento di promuovere il proprio territorio premiando artisti contemporanei viventi che si sono affermati in campo internazionale, e la Festa del Verdicchio, che si svolge la terza settimana di agosto, con musica, balli, convegni e mostre in tema di enogastronomia.