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Carlo Crivelli nelle Marche

L'incanto delle orme di Carlo Crivelli si perde tra i borghi

Tappa d’inizio dell’itinerario di omaggio a Carlo Crivelli, massimo esponente dell’arte figurativa del ‘400, sono i Musei civici di Palazzo Buonaccorsi a Macerata. Tra i fastosi interni in stile barocco del Palazzo, oltre alla Madonna col Bambino, da non perdere è la settecentesca Sala dell’Eneide, insieme alle sezioni di arte antica e moderna e al Museo della Carrozza.

Non prima di aver fatto visita all’Arena Sferisterio e al Teatro Lauro Rossi, potrete recarvi alla Pinacoteca parrocchiale di Corridonia, che custodisce la Madonna che allatta il bambino, commissionata dai frati Agostiniani. Ma ricomporre il puzzle delle opere dell’artista vi porterà tra altri splendidi borghi.

A Montefiore dell’Aso, nel Polo Museale S. Francesco è conservato il famoso Trittico, mentre a Monte S. Martino, nella chiesa dedicata al Santo, è custodito il polittico frutto del lavoro dei fratelli Carlo e Vittore Crivelli. Infine, per ammirare la prima opera di Carlo nelle Marche, che rivela influenze di Donatello e dello Squarcione, dovrete recarvi a Massa Fermana. Ad Ascoli Piceno, dopo un’oliva all’ascolana e un bicchiere di Anisetta Meletti potrete completare il viaggio crivellesco visitando la Cattedrale di Sant’Emidio, la Pinacoteca e il Museo Diocesano, prima di fare rotta verso la Pinacoteca Civica di Ancona dov’è conservata un’altra pregevole Madonna col Bambino.

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Livello di difficoltà: media
Target: Cultura
Stagionalità: Estate

Le tappe dell'itinerario

  • Macerata
    0733256361; 0733271709; 0733.2
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Macerata

    Capoluogo dell'omonima provincia delle Marche, il comune di Macerata aderisce all'Associazione delle Città d'Arte e Cultura. Vanta una Università tra le più antiche nel mondo, fondata nel 1290.

    COSA VISITARE
    Uno dei monumenti più rappresentativi della città è l’Arena Sferisterio progettata da Ireneo Aleandri, splendido esempio di architettura neoclassica che ospita ogni estate una prestigiosa stagione lirica, il Macerata Opera Festival.
    Nel cuore della città sorge il settecentesco Palazzo Buonaccorsi, oggi sede delle raccolte di arte antica e moderna e del museo della carrozza.
    La Sala dell'Eneide è la fastosa settecentesca galleria, luogo di rappresentanza di Palazzo Buonaccorsi: i dipinti celebrano le gesta di Enea, la volta è affrescata con le Nozze mitologiche di Bacco e Arianna alla presenza degli dei dell’Olimpo.

    Nel centro storico si trovano altri edifici di notevole valore: il Palazzo Comunale, dalla facciata in stile neoclassico sulla quale è stata collocata, nel 1952, l'immagine della Madonna della Misericordia con l’iscrizione Civitas Mariae; la Loggia dei Mercanti, piccolo gioiello rinascimentale fatto realizzare dal Cardinale Alessandro Farnese; il Palazzo della Prefettura, austero edificio in cotto, antica residenza dei legati pontifici, caratterizzato da un portale marmoreo del 1509; la Chiesa di San Paolo, costruita tra il1623 e il 1655, con la facciata grezza, in cotto, officiata fino al 1810 dai Barnabiti e poi ceduta nel 1830 dal governo pontificio al Comune.
    La Torre Civica, alta 64 metri, ospita la ricostruzione di un orologio astronomico ad automi, simile a quello di Venezia, costruito nel 1569 dai fratelli Ranieri di Reggio Emilia; una macchina di straordinaria complessità governa le diverse funzioni dell’orologio: l’azionamento del carillon, i colpi che scandiscono le ore, l’uccello che fa suonare la piccola campana colpendola col becco, la giostra con l’angelo e i Re Magi, l’avanzamento della lancetta nel quadrante orario, i movimenti dei dischi dei corpi celesti e del Drago.
    Lo splendido quadrante policromo, oltre a indicare le ore, mostra i moti apparenti della volta celeste, del Sole e della Luna e i circuiti dei cinque pianeti conosciuti al tempo nel quale i fratelli Ranieri portarono a termine la loro impresa. Quest’ultima funzione fa di questo dispositivo un esemplare unico tra gli orologi da torre rinascimentali e si può ammirare alle ore 12 e alle ore 18.

    Da visitare a Macerata sono anche il settecentesco Teatro Lauro Rossi e Palazzo Ricci, che ospita una collezione d’Arte Italiana del Novecento.
    Tra i principali siti di architettura religiosa si segnalano il Duomo, realizzato nel 1771-90 su progetto di Cosimo Morelli sul sito di una precedente chiesa; la vicina Basilica della Misericordia, ricca di stucchi e marmi pregiati; la Chiesa di Santa Maria delle Vergini, tempio di stile bramantesco, che custodisce una ”Epifania” del Tintoretto.

    TIPICITÀ ED EVENTI
    Il piatto tipico maceratese sono i vincisgrassi, una sorta di lasagne al forno.

    I principali eventi che hanno luogo a Macerata durante l’anno sono il Macerata Opera Festival (luglio/agosto) e la Festa del Patrono San Giuliano (agosto).

  • Chiesa di San Francesco
    0734.938743
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di San Francesco
    L’edificazione della chiesa di S. Francesco fu possibile grazie alle elemosine raccolte dai frati francescani secondo quanto riportato dalla Bolla di Papa Innocenzo IV del 17 giugno 1247. Verso la seconda metà del’ 600 la costruzione, originariamente in stile romanico-gotico, subì una radicale trasformazione visibile particolarmente nel rimaneggiamento barocco dell’interno. Tracce significative della chiesa primitiva si conservano nel portale della sagrestia corrispondente all’antico ingresso, negli archetti presenti sui muri esterni come nel vano semicircolare della primitiva abside. Allo stesso periodo risalgono anche la tomba del pittore e incisore montefiorano Adolfo De Carolis e il monumento funerario dei genitori del Cardinale Gentile Partino risalente al 1310 e del quale esiste un’ampia e accurata descrizione dello storico fermano De Minicis.
    Il sepolcro, collocato originariamente in un altro punto, si compone di una cassa marmorea di notevoli dimensioni sopra la quale sono raffigurati i genitori del Cardinale in posizione distesa. Appena dietro, due angeli, uno con il turibolo e l’altro con una navicella ora mancante, sostengono un tendaggio aperto mentre in alto domina un'immagine della Madonna col Bambino di gusto tipicamente romanico. Sul fondo una scritta: MCCCX DNS GEN. D. MONTE FLOR., CARDINALIS ORDINIS, MINOR T. BONIFAT. VIII , S.MARTINI IN MONTIBUS (frate Gentile da Montefiore Cardinale dell'ordine dei minori al tempo di Bonifazio VIII del titolo di San Martino ai Monti).
    Nella parte sottostante sono alcuni riquadri con un'arme a destra e un'arme a sinistra raffiguranti cinque colli con in cima cinque querce o roveri. Secondo alcune testimonianze pervenute, solo grazie all’intervento di alcuni rappresentanti cittadini fu impedito che il monumento rischiasse di essere murato nel 1768. L'autore del monumento è rimasto ignoto anche se non è da escludere che il monumento sia stato costruito da un'artista che abbia operato presso la corte angioina, ambiente con il quale il cardinale doveva essere particolarmente legato. Gli stessi futuri discendenti del Cardinale Partino commissioneranno a Carlo Crivelli intorno al 1470 uno splendido polittico, per abbellire ancora di più la Chiesa di San Francesco. Il patrono Santa Lucia V.M. si festeggia il 13 dicembre.

    Oltre alla chiesa, il complesso conventuale di San Francesco divenuto Polo Museale ospita, al secondo piano, la Sala Crivelli, dove è riprodotto, su pellicola filmica, l'intero polittico di Carlo Crivelli, andato ormai disperso dalla metà dell'Ottocento. L'opera fu realizzata proprio per il convento del Quattrocento su richiesta della Chiesa dei Minori Conventuali.  Del polittico originario sono rimasti a Montefiore dell'Aso solo sei pannelli, disposti su due ordini.
    Il Polo Museale, inoltre, accoglie associazioni e attività culturali ed è sede del Centro di Documentazione Scenografica Giancarlo Basili, del Museo Adolfo de Carolis, del Museo della Civiltà Contadina e della Collezione Domenico Cantatore.
  • Carlo Crivelli - Polittico, Polo Museale di San Francesco
    Il polittico di Montefiore dell'Aso fu realizzato, poco dopo il 1470, come pala d'altare della Chiesa di San Francesco, dove vi rimase fino alla metà del secolo scorso, quando numerosi pannelli vennero ceduti all'antiquario romano Vallati che, dal 1859 al 1882, li disperse fra diversi acquirenti.
    Attualmente il Polittico presenta le sole parti superiore e centrale, mentre originariamente il polittico era un pentittico, composto da tre livelli orizzontali: una cuspide (parte superiore), un registro centrale (parte centrale), una predella (parte inferiore).
    Attualmente il Polittico presenta le sole parti superiore e centrale, ricomposte ed esposte nel Polo Museale di San Francesco (fino all'ottobre del 2006 era nella Chiesa di Santa Lucia).
    Il capolavoro dell’Artista veneto è stato rivalutato solo recentemente, dopo un lungo silenzio. Il Cantalamessa, nel 1907, fu il primo ad attribuirgli la prestigiosa paternità. Il suo intervento provoca l’interessamento del Ministero della Pubblica Istruzione, che nel 1908 pubblicava nel "Bollettino" del Ministero stesso un decreto che ne vietava la vendita. Nonostante tale riconoscimento ufficiale, la critica più qualificata continuò a disconoscere qualità e paternità. Per il Geiger si trattava di un’opera di Vittore o un altro imitatore. Il Serra, nel 1925 ne aveva tentato un timido recupero, elencando il trittico di Montefiore tra le opere autografe. Berenson nei suoi Elenchi usciti nel 1932 giudicava l’opera in parte di collaborazione e compiuta da scolari. Il Trittico venne infine esposto alla Mostra di Ancona nel 1950 e in quella circostanza dichiarato dallo Zampetti opera mirabile del Crivelli e integralmente autografa. Tale proposta fu accolta immediatamente dal Pallucchini, dal Podestà e da altri. Lo Zampetti, tornando sull’argomento nel 1952, lo mise in relazione con altri dipinti tutti provenienti dalla Chiesa di San Francesco di Montefiore, sostenendo che facevano parte di un unico polittico. Allo Zeri infine si deve il riconoscimento della predella ed una sottile analisi di tutto il polittico ricomposto (1961). Resta insoluto il problema della data, che dovrebbe cadere molto prossima a quella del Duomo di Ascoli (1473). Secondo lo Zeri, a causa dell’influenza di Nicolò Alunno avvertibile soprattutto nelle figure della predella, il polittico di Montefiore dovrebbe essere anteriore al 1472.
  • Monte San Martino
    0733.660107
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monte San Martino

    Monte San Martino si trova nell'entroterra marchigiano nel cuore dei Monti Azzurri. Si possono far risalire le origini di questo comune all’epoca romanica, basandosi sui numerosi ritrovamenti archeologici fra i quali monete, vasi, armi e tombe, soprattutto lungo le vie principali.

    Centro di notevole interesse paesistico-ambientale, sorge in bella posizione panoramica a 600 m s. m. su un’altura a strapiombo sulla valle del fiume Tenna in modo quanto mai pittoresco.
    DI notevole interesse la Pinacoteca della Chiesa di San Martino Vescovo che custodisce quattro polittici: tre dei Fratelli Crivelli, due di Vittore e uno di Carlo e Vittore (il Polittico di Monte San Martino), l'unico finora noto realizzato dai due fratelli in collaborazione, raffigurante la Madonna con Bambino e Santi; per molti anni ignorato dalla critica, resta un documento di estrema importanza per avviare una riflessione non solo sulla collaborazione tra i due fratelli, ancora non riscontrata altrove, ma anche sul rapporto di Carlo con i suoi collaboratori; il quarto polittico è di Girolamo di Giovanni da Camerino.
    Nella stessa chiesa è presente un pregevole organo, opera di Giovanni Fedeli.

    In Piazza XX Settembre si può ammirare la Chiesa di Sant'Agostino, con all'interno un  pregefoleaffresco di Vincenzo Pagani da Monterubbiano, i palazzi nobiliari quattro-cinquecenteschi Urbani, Palombi, Giansanti, Ricci.
    Quattro le porte castellane del paese: Delle Grazie, Coccione, Parco Rimembranza e del Tornello. Un altro monumento importante è l'antico carcere dell'Ospicium Inimicorum.
    Tra gli altri monumenti e luoghi di interesse: la “Pinacoteca civica Armindo Ricci”, il Monumento dell'aquila in onore degli alpini, il Monumento in ricordo ai Caduti della Prima e Seconda Guerra Guerra Mondiale, il Teatro Comunale (ex chiesa) e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie (sconsacrata).

    Il Comune può essere definito la capitale della mela rosa, per via della tradizionale coltivazione di questo frutto nelle campagne montesammartinesi.
    La manifestazione di rilievo di Monte San Martino è "Saperi e sapori della mela rosa": si svolge all'inizio di novembre (in concomitanza con la festa del patrono) e durante la quale vengono esposti vari tipi di mele per creare una sorta di museo pomologico. L'evento mira alla salvaguardia e promozione di una vera eccellenza agroalimentare dell’area pedemontana dei Monti Sibillini; dal 2008 la Mela rosa dei Monti Sibillini è presidio Slow Food.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.

  • Pinacoteca della Chiesa di S. Martino Vescovo
    +39 0733660107
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Pinacoteca della Chiesa di S. Martino Vescovo
    Patrono del paese è San Martino, vescovo di Tours, che dà il nome al paese e alla Chiesa romanica di San Martino, posta in posizione dominante, sulla sommità del colle.
    La chiesa si presenta come un vero e proprio "museo" che custodisce alcuni dei più preziosi capolavori dell’arte quattrocentesca marchigiana.
    Al suo interno è possibile ammirare ben tre polittici dei fratelli Crivelli, in particolare un Polittico di Vittore Crivelli, datato 1489 e firmato alla base del trono della Vergine, proveniente dalla dismessa chiesa di S. Maria del Pozzo; lo straordinario Polittico di Carlo e Vittore Crivelli (1490), l’unica opera per la quale è certa una collaborazione tra i due fratelli.
    La raffigurazione, distribuita su due registri, presenta, nella parte inferiore, la Madonna con il bambino in trono tra S. Nicola, San Michele, San Giovanni Battista, San Biagio mentre nella parte superiore si trova il Cristo morto sorretto da due angeli con ai lati San Giovanni, San Martino, San Rocco, S. Caterina d’Alessandria. Nella sottostante predella Cristo salvatore con gli apostoli.
    A Vittore Crivelli è invece attribuito il Trittico raffigurante la Madonna con Bambino in trono, con S. Martino e S. Antonio Abate.
    Di particolare interesse è inoltre il Polittico di Girolamo di Giovanni da Camerino, risalente probabilmente al 1473.
    In questa chiesa è presente tra l'altro un pregevole organo, opera di Giovanni Fedeli. Si segnala inoltre l'altare, di scuola napoletana, alla cui base sono alcune preziose maioliche.

    I Polittici dei Monti Azzurri
  • Massa Fermana
    0734 760127
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Massa Fermana
    Il primo documento dove viene citata Massa Fermana risale al 1050, quando era sotto la giurisdizione del Vescovo di Fermo. Resti di epigrafi funerarie romane sono le tracce di un antico passato. Nel XIII sec. apparteneva alla famiglia dei Brunfort; membri della quale, come Guglielmo da Massa ed il figlio Valerio di parte ghibellina, vengono ricordati per gli efferati episodi di guerra che sconvolsero il paese fino a quando tornò a sottomettersi a Fermo. Nel 1808 perse la sua autonomia venendo annessa a Montappone per riacquistarla definitivamente nel 1816.

    I principali siti di interesse turistico sono: la chiesa dei Santi Lorenzo Silvestro e Ruffino, che conserva una pregevolissima opera di Carlo Crivelli, il Polittico di Massa Fermana, firmato e datato 1468, primo lavoro noto del pittore nelle Marche, e la Madonna col Bambino ed Angeli, tempera su tavola del fratello Vittore; la Pinacoteca allestita nel Palazzo comunale, che custodisce dipinti di Vincenzo Pagani, Durante Nobili, Giovanni Andrea De Magistris, due affreschi, un bassorilievo in cartapesta policroma e suppellettili ed arredi sacri provenienti dal convento di San Francesco; il Museo degli antichi mestieri, dedicato ai mestieri di un tempo e che documenta, in particolare, il mestiere del ciabattino e del barbiere.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.
  • Chiesa dei Ss. Lorenzo, Silvestro e Ruffino
    0734760186
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa dei Ss. Lorenzo, Silvestro e Ruffino
    Nella chiesa parrocchiale dedicata a S. Lorenzo, S. Silvestro e S. Ruffino, ricostruita alla fine dell'Ottocento, si può ammirare la prima opera marchigiana di Carlo Crivelli, realizzata su commissione dei conti Azzolino di Fermo, datata 1468. Intorno alla fine dell'Ottocento il polittico si trovava nell'abitazione parrocchiale; più tardi venne trasferito nel Municipio di Massa Fermana. Nel periodo fascista era esposto nella Galleria Nazionale di Urbino da cui, dopo la seconda guerra mondiale, venne riportato nella sede di origine. Nella seconda metà del secolo scorso ritornò ad Urbino per un accurato restauro, resosi necessario a causa dei notevoli danneggiamenti e della perdita della cornice originaria. Il Polittico,  un dipinto a tempera e oro su tavola (circa 110x190 cm), firmato "KAROLVS CRIVELLVS VENETVS PINXIT HOC OPVS MCCCCLXVIII" , è composto di cinque pannelli principali con al centro la Madonna col Bambino (105x44 cm) e ai lati i santi Giovanni Battista, Lorenzo, Silvestro e Francesco (105x44 cm ciascuno). Tre sono le cuspidi con l'Annunciata (37x19), la Pietà (51x28) e l'Angelo annunciante (37x19) e quattro gli scomparti della predella, con l'Orazione nell'Orto, la Crocifissione, la Flagellazione e la Resurrezione. Quest'opera è di fondamentale importanza per comprendere meglio il punto di partenza di ogni ricerca atta a ricostruire la sua attività artistica, a ridosso del suo trasferimento da Zara a Fermo. La critica ha rilevato nell’opera numerosi riferimenti come l'influenza padovana della bottega dello Squarcione, le analogie con il Mantegna, le soluzioni prospettiche di Paolo Uccello, e alcuni richiami a Filippo Lippi soprattutto nella figura della Madonna.Altro dipinto di influenza veneziana è la Madonna della cintola tra angeli musicanti di Vittore Crivelli, nella quale la Vergine è ritratta mentre concede protezione alla città che le viene offerta in forma di modellino dai Santi e Devoti (la rappresentazione molto accurata permette di immaginare l'aspetto originale del castello della città). Nella sagrestia una tela di Sebastiano Grezzi di Comunanza (XVII secolo).Il Polittico del Crivelli è attualmente custodito presso la Pinacoteca Comunale di Massa Fermana. 
  • Polittico di Carlo Crivelli
    Il superbo Polittico di Massa Fermana, di ispirazione francescana, è datato 1468 e fu probabilmente commissionato dai Conti Azzolino di Fermo, che esercitavano lo iuspatronato, ereditato dai Brunforte, sulla chiesa dei Santi Lorenzo, Silvestro e Ruffino. Il Polittico raffigura laMadonna con il Bambino al centro; ai lati quattro santi; nella cuspide al centro il Cristo in pietà, ai lati l’Annunciazione; nella predella l’Orazione nell’orto, la Crocifissione, la Flagellazione e la Resurrezione. Nella struttura prospettica su cui è impostata la predella e nell’espressione dei volti dei santi, il Polittico rivela il debito dell’artista nei confronti dei moduli dello Squarcione e della lezione padovana di Donatello. Nell’iscrizione posta sotto il trono della Vergine si legge ancora oggi “KAROLUS CRIVELLUS VENETUS PINXIT HOC OPUS MCCCCVLVIIII”.

    Il Polittico del Crivelli è attualmente custodito presso la Pinacoteca Comunale di Massa Fermana. 
    A seguito del sisma del 2016, la chiesa dei Santi Lorenzo, Silvestro e Ruffino è al momento chiusa.

  • Ascoli Piceno
    0736 298334 (Ufficio turistico
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Ascoli Piceno

    Il centro storico di Ascoli Piceno è costruito quasi interamente in travertino ed è tra i più ammirati della regione e del centro Italia, in virtù della sua ricchezza artistica e architettonica. Conserva diverse torri gentilizie e campanarie e per questo è chiamata la Città delle cento torri.

    COSA VISITARE
    La città ha come fulcro la rinascimentale Piazza del Popolo dove si trovano alcuni edifici importanti fra cui il Palazzo dei Capitani del Popolo, di origine duecentesca e oggi sede del Comune, lo storico Caffè Meletti di gusto liberty e la Chiesa di San Francesco, al quale è addossata la Loggia dei Mercanti, elegante costruzione del 1513.

    Altro elegantissimo spazio urbano è Piazza Arringo, la piazza più antica di Ascoli, dove sorgono interessantissimi edifici: il medioevale Battistero di San Giovanni, la Cattedrale di Sant'Emidio, che racchiude al suo interno la cripta dedicata anch'essa al santo patrono e il grande polittico di Sant’Emidio di Carlo Crivelli, firmato e datato 1473; il Palazzo Vescovile, il Palazzo dell'Arengo, sede della Pinacoteca Civica e di alcuni uffici comunali.
    Sul lato opposto della Piazza si riconosce la seicentesca facciata di Palazzo Panichi, sede del Museo Archeologico Statale.

    Tra gli altri edifici di architettura religiosa da non perdere sono: la romanica Chiesa di Ss. Vincenzo e Anastasio, la duecentesca Chiesa di San Pietro Martire, la Chiesa di Sant’Agostino, rifatta nel IX secolo, la cinquecentesca Chiesa di Santa Maria della Carità. Meritevoli di essere citati sono anche i tempietti dedicati al patrono, quali Sant'Emidio alle Grotte e Sant'Emidio Rosso.

    Tra i monumenti sono da ricordare: il ponte Romano di Solestà, le rovine del teatro romano, le grotte dell'Annunziata, ciclopica costruzione del periodo romano, la Fortezza Pia, il Forte Malatesta, l’ottocentesco Teatro Ventidio Basso, il Palazzetto Longobardo con la Torre degli Ercolani, una delle torri superstiti tra le circa duecento che compaiono nelle cronache medioevali.
    Nelle vicinanze della città si trova la Rocca di Castel Trosino, antichissimo insediamento longobardo nei pressi del torrente Castellano.

    TIPICITÀ ED EVENTI
    I piatti che maggiormente rappresentano la cucina e la gastronomia locale sono in primis l'oliva all'ascolana del Piceno DOP ed il fritto all'ascolana.
    Le olive verdi tenere, dopo essere state denocciolate e riempite con un morbido composto a base di carne mista vengono impanate e fritte. Il fritto all'ascolana è una pietanza che si compone di costolette di agnello, carciofi, olive ascolane e crema fritta (cremini). 
    Un'altra specialità territoriale, legata alla tradizione, è l'oliva in salamoia: la tenera ascolana è trattata, appena raccolta, con la tecnica della salamoia, in acqua, sale ed erbe selvatiche, e conserva così la sua fragranza e il suo sapore dolce.
    Ingrediente primario di tutte è la tenera ascolana, oliva locale dalla forma ovale e dalla polpa tenera e dolce. Questa pregiata varietà ha contribuito, con le altre nove tipologie olivicole autoctone della regione, al riconoscimento igp del nostro olio extra vergine di oliva.

    La bevanda alcolica più conosciuta è l'anisetta, un liquore a base di anice verde (pimpinella anisum) e il suo nome deriva proprio dalla pianta che ne è la principale aromatizzatrice.
    La zona dell'ascolano è nota anche per la produzione del Rosso Piceno Superiore, del Falerio e del vino cotto, ottenuto dalla concentrazione del mosto mediante cottura.

    Gli eventi di maggior rilievo che hanno luogo ad Ascoli Piceno durante l’anno sono: il Carnevale di Ascoli Piceno (febbraio-marzo),  Fritto Misto all’italiana (aprile-maggio), il Mercatino dell'Antiquariato – (ogni terza domenica del mese) e il Torneo Cavalleresco della Quintana (agosto).

  • Cattedrale di Sant'Emidio
    0736.259901
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di Sant'Emidio e Polittico di Carlo Crivelli

    La Cattedrale di Sant' Emidio è un edificio composito di tipo basilicale, risultato di molti adattamenti e sovrapposizioni avuti tra l’VIII e il XVI. La prima costruzione risalirebbe addirittura al IV o V secolo, secondo alcuni sul luogo dell’antico foro mentre secondo altri su un preesistente edificio di epoca romana forse dedicato ad Ercole o alle Muse. Alcuni ritrovamenti archeologici rinvenuti tra il 1882 e il 1883 dimostrerebbero che la cattedrale fu edificata utilizzando i resti dell’antica basilica civile del foro romano, ancora visibili nelle parti più antiche della costruzione come il transetto, la parte delle absidi e la cupola risalenti alla fine dell’VIII o all’inizio del IX secolo.
    La facciata, realizzata tra il 1529 e il 1539 su disegno di Cola dell’Amatrice, presenta un solo ordine architettonico e al centro un portale d’ingresso alla cattedrale con ai lati le colonne dimezzate verticalmente con basi, capitelli e cornici. Agli estremi della facciata s'innalzano le due torri romaniche di travertino mentre su un fianco laterale si apre la rinascimentale Porta della Musa, così chiamata per un'epigrafe murata sulla parete (un distico di fattura umanistica).
    L’interno, ricco di straordinarie opere d’arte, si presenta come un’ampia aula di sapore romanico- gotico a croce latina, divisa in tre navate e con sottostante cripta dove sono custodite le reliquie di S. Emidio. Nella Cappella del Sacramento, sopra l’altare arricchito da un prezioso tabernacolo cinquecentesco in legno dorato e dipinto di attribuzione incerta, troviamo lo splendido Polittico di Carlo Crivelli.  
    Sfuggito alle spoliazioni napoleoniche e alle vendite ottocentesche che hanno gravemente depauperato il patrimonio pittorico marchigiano nel corso dei secc. XVIII e XIX, l’imponente opera è l’unica realizzata dal maestro veneto ad essersi conservata integra in tutte le sue parti, compresa la complessa cornice. Nelle figure della Vergine, dei Santi e degli apostoli che occupano i pannelli della predella si dispiega tutta la capacità tecnica e la raffinata qualità artistica di Crivelli che con maestria descrive i tratti regali della Vergine, seduta su un trono impreziosito da marmi preziosi e dal caratteristico festone di frutta che assume complesse valenze simboliche, o indugia a rendere con esasperato virtuosismo il disegno del piviale e del pastorale di Sant’Emidio, patrono della città e contitolare della Cattedrale.

  • Ancona
    3392922855
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Ancona

    Ancona, capoluogo di regione, sorge nella costa dell'Adriatico centrale su un promontorio formato dalle pendici settentrionali del Monte Conero. Questo promontorio dà origine ad un golfo, il golfo di Ancona, nella cui parte più interna si trova il porto naturale.

    OFFERTA TURISTICA BALNEARE
    La città possiede varie spiagge, sia di costa alta che di costa bassa. Tra le prime, la più centrale è quella del Passetto, con grandi scogli bianchi, tra i quali la Seggiola del Papa e lo scoglio del Quadrato. Spiagge rocciose si susseguono verso Sud; tra esse si segnala la spiaggia di Mezzavalle. La più nota spiaggia a sud di Ancona è Portonovo (Bandiera Blu); nella spiaggia si alternano tratti ghiaiosi e sassosi, con ciottoli calcarei bianchissimi e arrotondati, considerati una delle peculiarità della località. La presenza dei boschi direttamente a contatto con la spiaggia, unitamente ai panorami aperti verso la mole maestosa del Conero, costituiscono una grande attrattiva della zona.

    A nord del porto di Ancona la costa è invece bassa; in questa zona si trova la spiaggia sabbiosa di Palombina, in parte libera e in parte attrezzata. A sud-ovest del porto di Ancona si estende la nuova darsena turistica, comprendente numerosi pontili dove ormeggiano 1200 posti barca (Marina Dorica, Approdo Bandiera Blu).

    COSA VISITARE
    Il monumento più rappresentativo della città di Ancona è la Cattedrale di San Ciriaco, splendida basilica romanico-gotica, con elementi bizantini, costruita sulle fondamenta di un tempio italico del IV sec a.C e di una successiva chiesa paleocristiana.

    Tra i siti di interesse turistico si segnalano: la Chiesa di Santa Maria della Piazza, capolavoro di arte romanica, caratteristica per la facciata ad archetti e per le figure simboliche scolpite intorno al portale; l’Arco di Traiano, un Arco romano eretto nel I sec. d.c; la Chiesa di San Francesco alle Scale, con la bella facciata in stile gotico fiorito veneziano; la Mole Vanvitelliana, splendida isola artificiale a pianta pentagonale all'interno del porto, costruito su progetto dell'architetto papale Luigi Vanvitelli; la Loggia dei Mercanti, il più importante edifico laico, in stile gotico fiorito veneziano; la suggestiva Fontana del Calamo o delle Tredici Cannelle, la cui antichità è attestata dal nome, di chiara derivazione greca, che ricorda l’ambiente palustre in cui sorgeva.

    Da non perdere sono la Pinacoteca Comunale, che custodisce, tra le altre, opere di Carlo Crivelli, Tiziano, Lorenzo Lotto e del Guercino; il Museo Archeologico Nazionale delle Marche, che documenta la preistoria e la protostoria del territorio marchigiano; il Museo tattile Omero, uno dei pochi al mondo, e l'unico in Italia, che permette anche ai non vedenti di avvicinarsi all'arte facendo toccare calchi in gesso a grandezza naturale di famose opere scultoree, modellini architettonici di celebri monumenti, ma anche reperti archeologici e sculture originali di artisti contemporanei.

    TIPICITÀ ED EVENTI
    I piatti tipici più apprezzati sono lo stoccafisso all’anconitana e il brodetto, tipica zuppa di pesce.
    Il mosciolo selvatico di Portonovo, presidio Slow Food, è una cozza che si riproduce naturalmente e vive attaccata agli scogli sommersi della costa del Conero.

    Tra gli eventi di rilievo che hanno luogo ad Ancona durante l’anno segnaliamo: la Fiera di San Ciriaco e il Festival Internazionale "Adriatico Mediterraneo",  che attira artisti provenienti dai Paesi del bacino dell’Adriatico e del Mediterraneo.